(Adnkronos) – Dal sogno scudetto all'incubo con la Champions League in bilico. In due mesi, per la Juventus e per Massimiliano Allegri è cambiato tutto. La formazione bianconera, che all'inizio del 2024 sembrava in lotta con l'Inter per il primo posto, si è sciolta totalmente e ha iniziato una caduta senza fine: una sola vittoria nelle ultime 9 giornate, ottenuta al 95' in casa contro il Frosinone, un ruolino da retrocessione e una classifica che ora, dopo il 30esimo turno, comincia a far paura. La qualificazione alla prossima Champions League, cruciale per i conti della società, è realmente a rischio: il terzo posto è in bilico, con soli 2 punti di vantaggio sul Bologna, e anche il margine sulle altre inseguitrici si è assottigliato. Sul banco degli imputati c'è soprattutto Allegri, incapace di trovare una soluzione alla crisi conclamata di una rosa che non sarà competitiva per lo scudetto ma che non è nemmeno da buttare. L'allenatore, con un faraonico contratto fino al 2025, rimane saldo sulla panchina nell'inseguimento di obiettivi attualmente ancora alla portata: il quarto posto – ma potrebbe bastare anche il quinto per andare in Champions – e la finale di Coppa Italia, in palio nella doppia semifinale contro la Lazio, l'ultima squadra a battere i bianconeri in campionato. I risultati, per il profeta del 'corto muso', rimangono l'ultimo salvagente. Per il resto, la Juve è un flop conclamato. La qualità del gioco, che pure è un concetto aleatorio e legato a giudizi soggettivi, è mediocre. Lo spettacolo offerto dalla Juve è sistematicamente monotono e calcisticamente narcotizzante: un perenne 'primo non prenderle' che si traduce nella ricerca dell'episodio su cui costruire vittorie episodiche, casuali, quasi non cercate. In mezzo, la sterilizzazione del talento individuale che pure in rosa è presente. Nessun giocatore della Juventus, nella gestione triennale dell'Allegri 2.0, è migliorato. Chiesa, Vlahovic, Locatelli, pagati decine di milioni, tutti involuti. I pretoriani di Allegri, se si cerca nella rosa, sono giocatori come Rabiot e Danilo che da tempo non forniscono un contributo rilevante a livello tecnico e di leadership. In campo e fuori, nelle dichiarazioni, non c'è traccia di 'Juve vecchio stile': l'ambiente si è abituato al low profile esibito per mesi dall'allenatore che, nonostante un contratto da top player, ha ritirato in fretta e furia l'iscrizione dalla corsa scudetto e ha già chiarito che in Champions League l'anno prossimo sarà impossibile vincere. Probabile abbia ragione, soprattutto se fallirà la qualificazione. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Panoramica sulla Privacy
Questo sito web utilizza i cookie per poter offrire la migliore esperienza possibile ai visitatori. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono specifiche funzioni, come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web, consentendo di aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito trovi più interessanti ed utili.
La pubblicità presente sul sito è fornita da Google AdSense in modalità anonima.
È possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro di questa finestra.
Leggi maggiori informazioni sulla nostra Privacy & Cookie Policy.