Caso Hasib, chiuse le indagini: 3 poliziotti a rischio processo

161
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Tre poliziotti a rischio processo per il caso di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra il 25 luglio 2022 durante un’attività degli agenti del commissariato Primavalle nell’abitazione di via Gerolamo Aleandro. La procura di Roma ha chiuso le indagini notificando il 415bis, atto che prelude solitamente alla richiesta di rinvio a giudizio, a tre agenti per le accuse, a vario titolo e a seconda della posizione, di tortura e falso. Nell’inchiesta coordinata dal pm Stefano Luciani, all’assistente capo della polizia Andrea Pellegrini, in servizio all’epoca dei fatti al distretto XIV di Primavalle, viene contestato il reato di tortura. In particolare, secondo l’accusa, durante l’attività di identificazione in casa di Omerovic ‘’con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, cagionava al 36enne un verificabile trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti’’.  Secondo quanto si legge nel capo d’imputazione, il poliziotto ‘’dopo essere entrato all’interno dell'abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo colpiva Omerovic con due schiaffi nella zona compresa tra il collo ed il viso’’ dicendogli ‘’con fare decisamente alterato’’ la frase ‘non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina’. Successivamente, “impugnava un coltello da cucina e lo brandiva all'indirizzo di Omerovic chiedendogli, sempre con fare alterato e urlando, che utilizzo ne facesse; avendo trovato la porta della stanza da letto di Omerovic chiusa a chiave la sfondava con un calcio, sebbene il 36enne si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. Inoltre “intimava a Omerovic di entrare all'interno della sua stanza da letto e lo costringeva a sedere su una sedia; dopo aver recuperato un filo della corrente di un ventilatore, lo utilizzava per legare i polsi’’ dell’uomo e ‘’brandiva, ancora una volta, all'indirizzo dell'uomo il coltello da cucina in precedenza utilizzato, nel contempo minacciandolo, urlando al suo indirizzo la seguente frase ‘se lo rifai, te lo ficco nel c…’’’. Il poliziotto avrebbe quindi colpito ‘’nuovamente con uno schiaffo Omerovic e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente ‘non lo fare più’.  Pellegrini, in concorso con i poliziotti Alessandro Sicuranza e Maria Rosa Natale, è accusato anche di falso. In particolare, i tre avrebbero falsamente attestato che l’intervento in via Girolamo Aleandro fosse ‘’dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi’’ come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini.  I tre avrebbero inoltre attestato ‘’di aver ricevuto dai condomini dello stabile, una volta giunti sul posto, informazioni secondo cui all'interno dell'appartamento degli Omerovic ‘vivevano più persone che danno spesso problemi al condominio, in quanto vivono in uno stato di scarsa igiene e riferivano inoltre che durante alcune litigate all'interno dell'abitazione si sentivano spesso urla e lanci di oggetti come bicchieri e coltelli dalla finestra’, laddove tali informazioni erano state, in realtà, acquisite soltanto dopo che Hasib Omerovic era precipitato nel vuoto’’. Infine i poliziotti avrebbero omesso ‘’di indicare tutte le condotte poste in essere da Pellegrini all'interno dell'appartamento’’. Stralciata invece la posizione di Fabrizio Ferrari, il poliziotto che ha collaborato alle indagini.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)