Gaza, Biden: “Israele accetti tregua unilaterale. Netanyahu? Sta sbagliando”

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(Adnkronos) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Israele di accettare unilateralmente un cessate il fuoco della durata da sei a otto settimane. Lo ha detto lo stesso Biden nel corso di una intervista all'emittente Univision, segnalando un cambiamento rispetto al precedente legame tra una tregua a Gaza e il rilascio di alcuni degli ostaggi che Hamas tiene nella Striscia. "Quello che chiedo è che gli israeliani domandino semplicemente un cessate il fuoco, consentano per le prossime sei, otto settimane l'accesso totale a tutto il cibo e le medicine" di cui ha bisogno la popolazione di Gaza, ha detto Biden.  “Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a impegnarsi – ha aggiunto Biden -. Sono pronti a trasportare questo cibo e penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso". Per Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta commettendo ''un errore'' rispetto alla gestione della Striscia di Gaza. ''Penso che quello che sta facendo sia un errore. Non condivido questo suo approccio'', ha affermato. La popolazione della Striscia, ha aggiunto, deve avere ''accesso totale al cibo e alle medicine'' di cui ha bisogno. Il presidente degli Stati Uniti ha poi rivolto un pensiero speciale per i palestinesi della Striscia di Gaza durante i suoi auguri per l’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese sacro all'Islam di Ramadan. ''Mentre le famiglie e le comunità musulmane si riuniscono per l’Eid al-Fitr, stanno anche riflettendo anche sul dolore provato da così tanti. I miei pensieri vanno a coloro che in tutto il mondo sopportano conflitti, fame e sfollamenti, anche in luoghi come Gaza e il Sudan', ha scritto Biden in un post su X. ''Ora è il momento di impegnarsi nuovamente nell’opera di costruzione della pace e di difesa della dignità di tutti'', ha aggiunto. "Israele deve essere punito e sarà punito" per il raid aereo che ha distrutto il consolato iraniano in Siria, ha dichiarato intanto il leader supremo della Repubblica islamica dell'Iran, il Grande Ayatollah Ali Khamenei, in un sermone seguito alla preghiera dell'Eid al-Fitr nella Grande Moschea di Teheran, dove una grande folla si è radunata per celebrare la fine del Ramadan. Khamenei ha aggiunto che la guerra di Israele contro Hamas a Gaza ha ''amareggiato'' i musulmani durante il Ramadan, accusando Israele di aver ucciso oltre 30mila innocenti a Gaza. ''Se l’Iran attacca dal proprio territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran'', la risposta in un tweet il ministro israeliano degli Esteri Israel Katz in ebraico e persiano, taggando il leader supremo iraniano. Hamas sarebbe disposto a prendere in considerazione un accordo che preveda il rilascio di alcuni ostaggi in cambio del ritiro graduale dei militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) prima di un cessate il fuoco permanente e del ritorno degli sfollati nel nord della Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano libanese al-Akhbar parlando di un rilascio ''proporzionato'' dei prigionieri palestinesi. Secondo le fonti, Hamas sarebbe disposto a rilasciare tutti i prigionieri, compresi i soldati e i corpi senza vita, in tre fasi da 42 giorni ciascuna. Il giornale, citando ''fonti coinvolte nei negoziati in corso'', afferma che Hamas ha detto al Qatar e all'Egitto di non essere interessato ad alcuna ulteriore discussione a meno che le sue condizioni non siano soddisfatte, sostenendo che questa è la stessa posizione presentata nell’ultimo round di colloqui. "I partiti arabi e internazionali non riusciranno a modificare la posizione", ha detto una fonte ad Al-Akhbar. La prima fase vedrebbe le truppe, che sono schierate solo in un corridoio attraverso il centro di Gaza, allontanarsi da Al-Rashid Road, sulla costa, verso il lato orientale della Striscia, consentendo un movimento senza restrizioni degli sfollati verso nord. Cesserebbe anche l'attività aerea, con la fine degli attacchi aerei israeliani o delle missioni di ricognizione sull’enclave. Durante questa fase, Hamas rilascerebbe tutte le donne civili, i bambini, gli anziani e gli ostaggi malati, in cambio di donne palestinesi, minori, anziani e prigionieri infermi, con uno scambio di 30 detenuti per ogni israeliano. Hamas rilascerebbe anche le donne soldato, in cambio di 50 palestinesi, di cui 30 condannate all'ergastolo e altre 20 scelte da Hamas, per soldato. Israele dovrebbe anche rilasciare tutti i 48 prigionieri dell'accordo per Gilad Shalit che sono stati nuovamente arrestati. La seconda fase vedrebbe il rilascio di soldati maschi e ostaggi maschi in cambio di prigionieri. La fase inizierà solo quando Israele si impegnerà d un cessate il fuoco permanente e tutte le truppe si ritireranno da Gaza. La terza fase comprenderebbe lo scambio di corpi e la ricostruzione globale di Gaza, nonché la fine dell'assedio israeliano sulla Striscia. L’accordo prevederebbe anche che Israele consenta fin dall’inizio l’ingresso a Gaza di 600 camion di aiuti al giorno, di cui 50 pieni di carburante; 300 camion sarebbero destinati al nord di Gaza. Fin dalla prima fase sarà necessario consentire l'accesso anche ai macchinari pesanti per la rimozione delle macerie. Il ritiro dei militari delle Forze di difesa israeliane da Khan Younis e l'ingresso di maggiori aiuti nella Striscia di Gaza sarebbero, secondo Israele, le ragioni che hanno portato al fallimento dell'accordo con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Lo scrive il sito di Ynet citando funzionari israeliani secondo i quali ora Hamas non scenderà a compromessi e queste concessioni ''hanno realmente danneggiato i negoziati''. "Abbiamo rinunciato alla nostra forte merce di scambio per niente" e ora la posizione di Hamas è ancora più difficile da decifrare, scrive Ynet citando "fonti israeliane". ''Hamas insiste con le sue richieste per la fine della guerra e il ritiro delle truppe, ed è determinato a giocare brutti scherzi con i mediatori'', aggiungono le fonti. Le Forze di difesa israeliane hanno compiuto questa mattina un raid aereo contro una ''infrastruttura militare'' usata dal gruppo libanese di Hezbollah in Siria. "Le Forze di difesa israeliane hanno attacco una infrastruttura militare situata in territorio siriano e che, secondo informazioni di intelligence, era usata dall'organizzazione terroristica di Hezbollah'', si legge su 'X'. L'Idf ha inoltre ricordato che considera il governo siriano "responsabile" di "tutto ciò che accade" sul suo territorio e ha dichiarato che non consentirà l'insediamento di Hezbollah nel paese.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)