Alluvioni, disastro in Bangladesh

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Noakhali in Bangladesh. Foto da ActionAid
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֎Intere famiglie costrette a lasciare le loro case. Il team di ActionAid è impegnato nel distretto di Noakhali per distribuire acqua potabile, cibo, kit igienici. Le inondazioni arrivano a soli tre mesi dal ciclone Remal֎

Quando leggete notizie che negano i cambiamenti climatici o di disperati che dal Pakistan o dal Bangladesh sbarcano in Europa, pensate a cosa sta accadendo in queste nazioni. I cambiamenti climatici, indipendentemente dalle cause, sono fra noi e stanno distruggendo intere popolazioni.

Riportiamo il comunicato di ActionAid.

 

A causa delle inondazioni in Bangladesh le famiglie hanno perso tutto e sono state costrette ad abbandonare tutto ciò che avevano. Ora vivono nei rifugi, cercando di sopravvivere con la scarsa acqua potabile e il poco cibo disponibile. Le strade sono state interrotte, ostacolando gli sforzi per la consegna degli aiuti.

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Noakhali in Bangladesh, foto da ActionAid

Shukuri Begum, 56 anni, residente a Shonaimuri Upazilla, nell’area di Noakhali, uno dei distretti più colpiti, ricorda: «L’alluvione ha portato via la mia casa, che è sprofondata. Eravamo terrorizzati e ci siamo rifugiati nella casa di un vicino con i miei nipoti. Ma non potevamo restare lì a lungo, non era più sicuro. Siamo venuti qui in barca per trovare un rifugio. Ho un figlio con disabilità fisiche e non potevamo portarlo con noi. Abbiamo dovuto impilare i letti e lasciarlo in cima, sperando che fosse al sicuro».

Oltre 800.000 famiglie vivono attualmente in aree sommerse dall’acqua e quasi 200.000 persone hanno cercato riparo nei rifugi anti-alluvione. In alcune aree anche le scuole sono state trasformate in rifugi per le famiglie colpite.

Nazrul Islam, abitante del villaggio di Bondattor, nel distretto di Noakhali, racconta: «Io e la mia famiglia siamo in grave difficoltà. All’inizio, l’acqua ci arrivava alla vita e, man mano che saliva al petto, non avevamo altra scelta che abbandonare la nostra casa e tutto il resto. Ora siamo in questo rifugio con i miei figli e non ho idea di cosa sia successo alla nostra casa. Non so nemmeno se rimarrà qualcosa quando potremo finalmente tornare. È tutto distrutto. Per favore, aiutateci».

ActionAid Bangladesh, insieme ai suoi partner locali, sta già sostenendo le comunità colpite nelle aree di Sadar e Sonaimuri del distretto di Noakhali e inizierà a intervenire nel distretto di Feni non appena il livello dell’acqua si sarà ritirato.

Grazie a un’iniziativa guidata dai giovani, le famiglie nei rifugi hanno ricevuto cibo cucinato e altre forniture d’emergenza come la soluzione reidratante orale (Ors), medicine d’emergenza, pastiglie per la purificazione dell’acqua e kit per la dignità. ActionAid sta anche fornendo un supporto psicosociale di primo soccorso alle famiglie sfollate.

«Ci siamo divisi in squadre, in modo da poter raccogliere informazioni dalle aree più difficili da raggiungere e permettere ai nostri giovani volontari di fornire aiuti alimentari alle persone che si trovano nelle zone più remote e sommerse dall’acqua di Noakhali. Ma stiamo affrontando delle difficoltà perché le grandi imbarcazioni non possono raggiungere queste zone. Stiamo usando piccole barche per trasportare cibo e altri materiali di soccorso alle popolazioni colpite. Si trovano in una situazione disastrosa», afferma Nahida Sultana Etu, giovane volontaria di ActionAid Activista.

Le inondazioni arrivano in un momento in cui il Bangladesh si sta ancora riprendendo dal ciclone Remal, che si è abbattuto solo tre mesi fa, il ciclone più devastante che abbia colpito il Paese negli ultimi anni. Con gli impatti della crisi climatica sempre più intensi, il Bangladesh si trova a subirne le drammatiche conseguenze.

Farah Kabir, Direttrice di ActionAid Bangladesh: «Paesi come il Bangladesh, con emissioni trascurabili e la cui popolazione ha dimostrato una straordinaria capacità di recupero, necessitano di fondi immediati per affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e dei frequenti disastri. Dobbiamo riprenderci dalle perdite e dai danni subiti, nonché costruire la resilienza agli impatti futuri e intraprendere percorsi di sviluppo verdi».

 

(Fonte ActionAid)