Editoriale

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La Neurobiologia vegetale è nata nel 2006, quando un gruppo di ricercatori, fra cui Eric Brenner, Stefano Mancuso, František Baluška, pubblicarono su «Trends in Plant Science» l’articolo «Plant neurobiology: an integrated view of plant signaling». Anche se ricerche sulla comunicazione delle piante e sui meccanismi vitali datano da molti anni prima.

Ne è nato un putiferio, fra i ricercatori, che ancora continua. Come al solito si entra poco nel merito e specialmente i non addetti ai lavori, comprendono poco perché si vedono alcuni filmati e si resta esterrefatti. E nella civiltà delle immagini sono loro che comandano.

In pratica, ancora non ce ne rendiamo conto, sta nascendo un nuovo modo di intendere l’intelligenza e, fra intelligenza artificiale, razzismo e supremazia bianca, si è messo in moto un salto culturale che fra qualche anno, speriamo non molti, farà nascere un’altra civiltà umana.

In parole povere si tratta di cambiare mentalità, non considerare i soliti parametri antropocentrici. Insomma una rivoluzione.

Ormai molte sono le ricerche che hanno dimostrato come le piante siano in grado di interagire con l’ambiente circostante e comunicare con altri simili lanciando segnali di pericolo quando vengono danneggiate da un animale o da un escursionista.

Secondo i ricercatori alcune strutture delle piante possono essere in grado di elaborare informazioni ambientali proprio come i neuroni. Ancora c’è da fare molta strada, negli studi e nelle ricerche e nel… vocabolario. È anche questione di parole, perché se diciamo intelligenza scattano nella mente i riferimenti che abbiamo immagazzinato e non siamo pronti a modificare i meccanismi cognitivi.

Viviamo in un epoca in cui le conoscenze si allargano a dismisura, dall’informatica alla comunicazione digitale, dall’archeologia allo spazio. E stiamo vivendo in pieno il passaggio verso un nuovo modo di ragionare e vedere il mondo e i rapporti fra di noi e, quello che è peggio, la trama dell’educazione scolastica è enormemente arretrata e non tiene il passo.

Siccome la società moderna non è più coordinata da un rapporto etico ma da un rapporto economico, i cittadini, dopo alcuni scotti, sono diventati diffidenti, sospettosi e cinici.

Cosa vuol dire che le piante sono intelligenti? e le notizie che vengono dal mondo animale sulla loro intelligenza che conseguenza porteranno? dovremo mangiare anche meno verdure come già ci si orienta a mangiare meno carne? La soluzione sarà il cibo sintetico?

Chi lo sa! ne dovranno passare di generazioni per avere la risposta. Ma una cosa è certa, il cammino verso una nuova cultura e un nuovo posto dell’uomo nell’universo è già iniziato.

 

Ignazio Lippolis