Sinner, Navratilova contro Wada: “Richiesta squalifica è follia”

48
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –
Martina Navratilova dalla parte di Jannik Sinner. La leggenda del tennis si schiera in difesa dell'azzurro dopo il ricorso della Wada, l'agenzia mondiale antidoping, per la positività al clostebol riscontrata a marzo. Sinner, positivo allo steroide per una contaminazione, è stato prosciolto da un tribunale indipendente dell'Itia (International Tennis Integrity Agency). La Wada, però, ha impugnato la sentenza e si è rivolta al Tas chiedendo una squalifica di 1-2 anni. "Questa è una follia. La Wada è un disastro. I nuotatori cinesi se ne stanno tranquilli e ora questo? Che pessimo sistema abbiamo…", scrive Navratilova su X. L'ex numero 1 del mondo stigmatizza la linea dell'agenzia antidoping, che è finita nella bufera per l'approccio soft con una ventina di nuotatori cinesi: prima dei Giochi di Tokyo 2021 non sono stati fermati nonostante i test positivi e un gruppo nutrito, oltre la metà, ha partecipato senza alcun problema anche alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un doppio standard evidente, secondo Navratilova: Sinner, già giudicato e assolto, deve ora affrontare un nuovo processo basato sostanzialmente sugli stessi elementi valutati dal collegio dell'Itia. "L'International Tennis Integrity Agency (Itia) riconosce la decisione dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada) di appellarsi alla sentenza di 'No Fault or Negligence' nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, emessa da un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions il 19 agosto 2024. Ai sensi del Codice mondiale antidoping, la Wada ha il diritto finale di appellarsi a tutte queste decisioni", la posizione dell'agenzia. "Dopo aver raccolto e valutato una serie di fatti a seguito di un approfondito processo investigativo, il caso è stato deferito a un tribunale completamente indipendente dall'Itia per determinare il livello di colpa e quindi sanzionare sulla base dell'insieme unico di circostanze e della mancanza di precedenti comparabili. Il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping; tuttavia, l'Itia riconosce e rispetta il diritto della WADA di appellarsi alla decisione del tribunale indipendente presso la Corte arbitrale dello sport", la nota dell'Itia.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)