Un osservatorio nelle profondità dello Ionio

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Vista frontale della struttura meccanica ospitante la strumentazione scientifica
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֎Per lo studio delle aree meno accessibili di mari e oceani. Un team di ricercatori dell’Ingv e dell’Infn ha realizzato e posizionato sui fondali del Mar Ionio strumentazione sofisticata e innovativa per l’acquisizione dei suoni provenienti dalle profondità del mare֎

Una stazione sismo-acustica ad alta sensibilità realizzata da un gruppo multidisciplinare di ricercatori e ricercatrici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) è stata appena deposta a 3.500 metri di profondità nella piana abissale del Mar Ionio, 80 chilometri a sud-est di Portopalo di Capo Passero (Siracusa).

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Localizzazione geografica del sito di installazione della stazione Marine Hazard, con rendering artistico della stazione all’interno dell’infrastruttura KM3NeT/Arca

La stazione, realizzata nell’ambito del Pon Marine Hazard – «Fondo per lo Sviluppo e la Coesione» relativo alla programmazione 2014-2020, che prevedeva la realizzazione di un prototipo funzionante, grazie al lavoro del gruppo di ricerca coinvolto ha superato gli obiettivi iniziali ed è stata già collegata con successo alla grande infrastruttura sottomarina KM3NeT/Arca, il più grande telescopio abissale per neutrini nel Mar Mediterraneo.

La stazione sta già acquisendo i suoni e i rumori che si propagano nelle profondità del mare, fornendo preziose informazioni sull’impatto ambientale che tali onde acustiche producono. I dati acquisiti sono inviati in tempo reale ai server di elaborazione dell’Ingv ospitati presso il Centro di elaborazione dati della sede operativa dell’Infn a Portopalo di Capo Passero, attraverso un cavo elettro-ottico sottomarino lungo circa 100 chilometri.

«La deposizione di un’infrastruttura di tale portata rappresenta un grande successo, ponendo le basi per l’esplorazione in continuo di ambienti considerati inaccessibili fino a pochi anni fa, con caratteristiche uniche nel loro genere», commenta Sergio Scirè Scappuzzo, responsabile scientifico del progetto «Marine Hazard» per l’Ingv.

Gianluca Lazzaro, tecnologo dell’Ingv impegnato nelle attività di sviluppo e integrazione della strumentazione scientifica, aggiunge: «Questa impresa è frutto di una sinergia multidisciplinare e il suo successo dà ulteriore valore alla collaborazione scientifica e tecnologica tra Ingv e Infn ed enfatizza l’importanza della cooperazione tra infrastrutture di ricerca europee, considerato anche il supporto che abbiamo ricevuto dalla Eric Emso».

Le Sedi coinvolte nel progetto sono, per l’Infn, i Laboratori Nazionali del Sud (Infn-Lns), la Sezione di Bari (Infn-BA) e la Sezione di Roma (Infn-RM1), mentre, per l’Ingv, la Sezione di Palermo.

Per realizzare questo sofisticato osservatorio scientifico, i ricercatori dell’Ingv di Palermo hanno installato sulla stazione un sensore in grado di rilevare sia la conducibilità e la temperatura delle masse d’acqua, sia la pressione della colonna d’acqua sovrastante, nonché un idrofono orientato allo studio delle basse frequenze delle onde acustiche e un sismometro marino ad alta sensibilità.

I ricercatori dell’Infn-Lns, invece, hanno progettato e realizzato la struttura della stazione, insieme all’elettronica di controllo e trasmissione dati, nonché i contenitori a tenuta stagna per ospitare l’elettronica, resistenti alle alte pressioni.

«L’installazione di questa stazione rafforza i già solidi legami tra l’Infn e l’Ingv e sottolinea il rapporto di piena interazione tra i due Istituti di ricerca, oltre a fornire ulteriore valore multidisciplinare all’eccellenza scientifica rappresentata dall’infrastruttura KM3NeT/Idmar», dichiarano Simone Biagi, Site Manager di KM3NeT/Arca, e Angelo Orlando, coordinatore tecnico del progetto della stazione.

Grazie all’impiego di tecnologie e competenze avanzate, questa strumentazione proietta la ricerca verso lo studio a lungo termine delle aree più profonde di mari e oceani, altrimenti scarsamente osservati. Ciò a favore della coesione di una comunità scientifica europea, che metta a fattor comune le proprie risorse e competenze, fungendo anche da volano per il trasferimento di conoscenze e tecnologie alle imprese italiane.

 

(Fonte Ingv)