֎Presentata una proposta di legge a Montecitorio da Greenpeace Italia, Isde (Medici per l’ambiente), Lipu, Terra! e Wwf Italia in attesa di calendarizzazione in Parlamento֎
Si è tenuto a Roma il convegno sulla proposta di legge di cinque associazione ambientaliste per trasformare il modello attuale del concetto di allevamento, negli anni trasformatosi sempre più in intensivo.
Ma cosa sono gli allevamenti intensivi?
Di fatto sono metodi di allevamento crudeli con la limitazione forzata dello spazio vitale a volte estrema come nel caso dei polli, delle gabbie per le scrofe o delle vasche per i pesci di allevamento; dove spesso l’ambiente di allevamento risulta malsano, maleodorante e mortifero senza accesso ad aria e luce che causa il diffondersi di patologie dolorose spesso risolte con l’utilizzo massivo di farmaci; una tipologia di processo che prevede la mutilazione di parti considerate scomode come ali, becchi e testicoli senza anestesia; la soppressione selettiva per genere di milioni di esemplari come nei pulcini; e tanto altro…
Inoltre, gli allevamenti intensivi costituiscono la seconda causa di formazione di particolato fine in Italia, sono responsabili dei due terzi delle emissioni di ammoniaca sul territorio nazionale, consumano due terzi dei terreni agricoli europei per coltivazioni destinate alla mangimistica.
Un argomento che negli anni ha smosso molte coscienze con iniziative di vario genere che hanno interessato associazioni, comitati, inchieste giornalistiche.
Una proposta di legge
E ora a Roma un appuntamento che rappresenta l’occasione per un dibattito ampio sulla transizione in chiave agro-ecologica del comparto, cuore della proposta di legge AC 1760 presentata a Montecitorio da Greenpeace Italia, Isde (Medici per l’ambiente), Lipu, Terra! e Wwf Italia e ora in attesa di calendarizzazione in Parlamento. Durante l’evento è stata inoltre presentata al pubblico la mozione promossa dalle cinque organizzazioni quale nuovo strumento a disposizione dei Comuni e dei cittadini per sostenere l’iniziativa di legge.
Perché, come ci dicono le associazioni coinvolte, quelle legate agli allevamenti intensivi sono sfide urgenti da affrontare favorite da incentivi che premiano soprattutto le aziende agricole più grandi alle quali va infatti il 70% dei sussidi diretti della Politica agricola comune (Pac), sebbene rappresentino poco più del 30% delle aziende agricole italiane. Di contro, tra il 2007 e il 2022 l’Italia ha perso oltre la metà (il 51%) delle sue aziende agricole di piccole dimensioni. In Italia, il settore zootecnico è la seconda causa di formazione di PM2,5, il cosiddetto particolato fine, pericoloso per la salute umana, ed è responsabile del 14% delle emissioni climalteranti e della perdita di habitat naturali, importanti alleati nella lotta al cambiamento climatico.
E volendo scendere più nel dettaglio della proposta di legge…
La mozione promossa da Greenpeace Italia, Isde (Medici per l’ambiente), Lipu, Terra! e Wwf Italia è già a disposizione di tutti i Consigli comunali che intendono discuterla e si propone quale strumento a sostegno dei principi alla base della proposta AC 1760. Il testo di legge propone nell’immediato una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti. Per incoraggiare la transizione ecologica delle grandi e medie aziende, prevede inoltre un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato, e punta a rendere protagoniste le piccole aziende agricole, in favore di una transizione verso un modello basato su tecniche agro-ecologiche, su un uso efficiente delle risorse e sull’accesso a un cibo sano e di qualità, sulla creazione di filiere che garantiscano il giusto compenso a lavoratori e aziende.
Elsa Sciancalepore