Il Rapporto rifiuti urbani

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֎Per realizzare l’economia circolare e raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi fissati dalla normativa europea, è fondamentale accelerare il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, in particolare in alcune aree del Paese, potenziando le infrastrutture per la raccolta differenziata e le modalità di gestione֎

Nel 2023 cresce dello 0,7% la produzione, la raccolta differenziata va al 66,6%, il mezzogiorno accorcia le distanze da centro e nord e si registra un minor conferimento in discarica.

Questi alcuni dei dati venuti fuori dal Rapporto rifiuti urbani edizione 2024, pubblicato online sul sito dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Il Rapporto rifiuti urbani, giunto alla sua ventiseiesima edizione, è frutto di un’attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare dell’Ispra, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’ambiente.

Il Rapporto fornisce i dati sulla produzione, la raccolta differenziata, la gestione e l’import/export dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, a livello nazionale, regionale e provinciale e inoltre riporta le informazioni sul monitoraggio dell’Ispra sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario presentando anche una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’anno 2023.

Nello scenario economico dello scorso anno, con il Prodotto interno lordo in aumento dello 0,7%, la produzione nazionale di rifiuti urbani, dopo il calo del precedente biennio, si attesta a quasi 29,3 milioni di tonnellate con un incremento dello 0,7%. Nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200mila abitanti, tra 2022 e 2023 si registra una sostanziale stabilità della produzione.

Sul fronte della raccolta differenziata, si registra un valore complessivo nazionale del 66,6%, con percentuali del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud. È la città di Bologna a far registrare una crescita della percentuale di raccolta differenziata di quasi 10 punti, passando dal 63,2% del 2022 al 72,9% del 2023, ed è la prima città con popolazione superiore ai 200.000 abitanti a superare l’obiettivo del 65% di raccolta attestandosi non solo oltre la percentuale media nazionale, ma ben al di sopra del 70%. Nel complesso, quasi il 71% dei comuni italiani ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. A livello regionale, il Mezzogiorno ha mostrato negli ultimi anni la crescita maggiore della raccolta differenziata, tanto che lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8. Tutte le province/città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%.

Per ciò che riguarda il trattamento e la gestione, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, in crescita rispetto al precedente anno (49,2%), al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è ben più ambizioso e pari al 65%). Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2023, sono 656 di cui oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata. I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 15,8%.

Bene gli imballaggi, un settore tra i più monitorati dall’Europa, che nel 2023 vede tutte le frazioni merceologiche raggiungere ampiamente i target di riciclaggio fissati a livello europeo per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48% a fronte di un obiettivo del 50% al 2025).

Nel 2023 è stato esportato il 4,6% dei rifiuti urbani prodotti, 1,4 milioni di tonnellate, a fronte di 319mila tonnellate rifiuti importati. Campania, Lombardia e Calabria sono le regioni che esportano maggiormente i propri quantitativi. Danimarca, Paesi Bassi, e Germania i Paesi cui destiniamo più rifiuti urbani. La Francia invece è il Paese da cui proviene il maggior quantitativo di rifiuti urbani.

Nel 2023 risulta in crescita il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani con 197 euro/abitante (nel 2022 era stato 192,3). Al Centro il costo più elevato con 233,6 euro/abitante, segue il Sud con 211,4 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 173,3 euro/abitante.

Importante è ricordare che per realizzare l’economia circolare e raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi fissati dalla normativa europea, è fondamentale accelerare il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, in particolare in alcune aree del Paese, potenziando le infrastrutture per la raccolta differenziata e le modalità di gestione. A tale scopo nel Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) risultano stanziati 2,1 miliardi di euro per investimenti nella gestione e nei progetti innovativi di economia circolare e il Rapporto ne analizza le istanze ammesse a finanziamento per numero e tipologia con tutti i dati pubblicati e scaricabili dal sito del Catasto nazionale dei Rifiuti.

 

Elsa Sciancalepore