Scheda tecnica sul Radon

386
Tempo di lettura: 2 minuti

La maggior parte delle radiazioni assorbite dalla popolazione mondiale proviene da sorgenti naturali; l’esposizione a questo tipo di radiazioni è praticamente inevitabile. Infatti, da sempre, radiazioni provenienti dallo spazio esterno arrivano sulla superficie terrestre, mentre altre sono prodotte dai materiali radioattivi presenti nella crosta terrestre stessa. Una di queste è la radiazione terrestre determinata dal gas radon.
Solo recentemente gli scienziati si sono accorti che la più importante di tutte le sorgenti di radiazione naturale è rappresentata da un gas insapore, inodore, invisibile, sette volte e mezzo più pesante dell’aria: il radon, si ritiene che sia la seconda causa, dopo il fumo, del tumore al polmone.
Si stima che il radon, insieme ai suoi figli, cioè ai radionuclidi formatisi durante il suo processo di decadimento, contribuisca normalmente, per circa i tre quarti dell’equivalente di dose assorbita ogni anno da ogni individuo per esposizione alle sorgenti terrestri, e per circa metà, alla dose derivante da tutte le sorgenti naturali messe insieme, compresi i raggi cosmici.
La maggior parte della dose deriva dall’inalazione del radon, che avviene particolarmente nei luoghi chiusi.
Il radon si diffonde in ogni parte della terra, ed i livelli di concentrazioni nell’aria, all’aperto, variano considerevolmente da luogo a luogo. Tuttavia paradossalmente, è soprattutto stando al chiuso che le persone sono esposte al radon.
Nelle zone temperate le sue concentrazioni al chiuso sono, in media, circa 8 volte superiori di quelle all’aperto. Dove il clima è più caldo e, gli edifici di conseguenza più aperti, non vi è probabilmente molta differenza tra le concentrazioni al chiuso e quelle all’aperto.
All’interno degli edifici il radon si concentra in generale negli spazi chiusi, filtrando dal terreno attraverso il pavimento, o, in misura minore, diffondendosi proprio dai materiali usati per la costruzione dell’edificio.
Tuttavia la maggiore fonte di radon è quasi sempre il terreno sottostante le case; per cui, di norma, la maggior parte della radiazione proviene sempre dal pavimento.
Le concentrazioni di radon nei piani superiori degli edifici sono più basse che al piano terra. La quantità di radon proveniente dal suolo, che penetra nei locali, è in funzione dello spessore e dell’integrità delle pavimentazioni degli edifici.
La riduzione dei livelli di radon nelle case si può ottenere isolando i pavimenti e le pareti. Gli esperimenti sono ancora in corso, tuttavia sono già stati ottenuti risultati promettenti. L ‘uso di ventilatori per aerare questi spazi è un modo particolarmente efficace per ridurre il radon proveniente dal pavimento.
Allo stesso modo il rivestimento delle pareti con materiali plastici come il poliammide, il polivinilcloruro, il polietilene e la vernice plastica, oppure con tre strati di vernice ad olio, riduce di dieci volte l’emissione di radon; perfino la carta da parati può ridurla del 30% circa. Basta un millimetro di spessore per ridurre e addirittura bloccare la propagazione del gas nell’ambiente chiuso.
L’acqua è un ulteriore sorgente per la propagazione di gas radon nelle abitazioni, poiché lo veicola dal sottosuolo. Di solito le quantità di radon nell’acqua sono estremamente piccole. Tuttavia alcune, provenienti da


pozzi profondi, hanno concentrazioni molto elevate.
E’ evidente che per ovviare alla eccessiva concentrazione di radon nelle abitazioni, si deve assicurare una periodica aerazione naturale degli ambienti, principalmente nel periodo invernale, quando si tende a limitare il ricambio di aria in casa.