Brasile – Ucciso brutalmente leader guarani

520
Tempo di lettura: 3 minuti

Prima di morire: «Non lasciate questo posto. Prendetevi cura di questa terra con coraggio. Questa è la nostra terra. Nessuno vi porterà via di qui. Abbiate cura delle mie nipotine e di tutti i bambini. Lascio questa terra nelle vostre mani»

Continuano ad ammazzarli tutti, fra l’apertura di un’inchiesta e le dichiarazioni ufficiali di disapprovazione. Un triste film già visto e sempre uguale: dalla distruzione delle foreste primarie all’estinzione di specie che arricchivano la vita sulla terra, all’umiliazione di popolazioni autoctone come gli aborigeni o i pellerossa. Tutto per lo stesso scopo: arricchirsi. Ma con un risultato economico globale, ora, ben deludente.

E noi continuiamo a comprare carne e prodotti insanguinati da quei paesi che calpestano la vita umana e i valori fondamentali della biosfera a cui apparteniamo. Tutti questi non sono degni di chiamarsi uomini. Non appartengono alla storia della civiltà degli umani. Quella del pensiero e della cultura.

Venerdì scorso, alcuni uomini armati e mascherati hanno ucciso uno dei leader religiosi dei Guarani sotto gli occhi della sua comunità.
Dopo aver fatto sdraiare per terra gli altri presenti, gli uomini hanno circondato Nísio Gomes e, secondo i testimoni, gli hanno sparato colpi in testa, sul petto, sulle braccia e sulle gambe. Il corpo del 59enne è stato poi portato via.

Si ritiene che Gomes fosse l’obiettivo principale dell’attacco, anche se ci sono notizie non confermate del rapimento di due o tre adolescenti, ancora dispersi.

A raccogliere le sue ultime parole è stato il figlio Valmir: «Non lasciate questo posto. Prendetevi cura di questa terra con coraggio. Questa è la nostra terra. Nessuno vi porterà via di qui. Abbiate cura delle mie nipotine e di tutti i bambini. Lascio questa terra nelle vostre mani».

Gomes era il leader di un gruppo di Indiani Guaranì, 60/70 dei quali erano ritornati su una parte della loro terra ancestrale, nello Stato meridionale del Mato Grosso do Sul, agli inizi di novembre. Erano al loro terzo tentativo di tornare nelle loro terre, dalle quali la comunità fu scacciata 30 anni fa per mano di alcuni allevatori di bestiame, finendo a vivere ai margini di una strada.

Diversi membri della comunità hanno riferito di aver subito altri attacchi nei giorni precedenti, e che alcuni uomini avevano circondato il loro accampamento, situato ai bordi della strada, già mercoledì scorso.

Secondo Valmir, suo padre era stato minacciato più volte da uomini sconosciuti che si erano presentati nel loro accampamento, nella riserva di Amambai. Uno di loro aveva detto a Gomes: «Presto sarai morto».

«Noi rimarremo qui. Moriremo tutti qui. Non abbandoneremo la nostra terra ancestrale», ha commentato un leader guarani.

L’omicidio di Nísio Gomes somiglia in maniera sorprendente a quello di Marcos Veron, un altro leader guarani assassinato da uomini assoldati da un allevatore brasiliano nel 2003. Alla sua storia si era ispirato il regista Marco Bechis realizzando il film Birdwatchers – La terra degli uomini rossi, oggi tragicamente più attuale che mai.

«Sembra che gli imprenditori agricoli non saranno contenti fino a quando non avranno sterminato tutti i Guarani», ha dichiarato il direttore generale di Survival International, Stephen Corry. «Un tale livello di violenza, così prolungato nel tempo, era frequente in passato, e ha portato all’estinzione di migliaia di tribù. Ed è veramente vergognoso che il governo brasiliano permetta che tutto ciò continui ancora oggi».

Mentre fuggivano, gli aggressori hanno calpestato con le ruote del loro mezzo il «vara» (un grosso bastone di legno) usato da Gomes per compiere i rituali e per pregare. Ma non si è rotto. Ora l’oggetto sacro, posseduto dalla comunità da circa 200 anni, è custodito da Valmir.

Il Funai (Dipartimento brasiliano agli Affari Indiani) e la polizia federale hanno aperto un’indagine. Il Segretario brasiliano per i Diritti Umani ha condannato l’omicidio, definendolo «un segno della violenza sistematica contro le popolazioni indigene della regione».

Nella foto di Survival lo sciamano e leader dei Guarani Nísio Gomes in una foto scattata solo due giorni prima del suo assassinio.

(Fonte Survival International)