La «creazione» del Pil

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Apparve però subito che una contabilità fisica comportava la necessità di confrontare e sommare «cose» estremamente eterogenee, ferro con patate, macchine con legname, carbone con zucchero, eccetera. Infine si andava incontro a problemi di duplicazioni contabili: lo stesso chilo di ferro va contato quando il minerale viene venduto alle acciaierie, quando le acciaierie vendono acciaio alle fabbriche dei trattori, quando l’industria meccanica vende i trattori al settore dell’agricoltura, eccetera: il chilo di ferro è sempre lo stesso ma viene contato quattro (e magari molte altre) volte.

Ben presto l’ambizioso progetto, pur concettualmente corretto, fu abbandonato e le prime tavole intersettoriali dell’economia sovietica furono scritte in unità monetarie; quanti rubli ciascun settore economico cedeva a, o riceveva da, tutti gli altri. Il bilancio dell’economia sovietica per il 1923-’24, elaborato da P. I. Popov, era rappresentato con una «matrice» intersettoriale, o input-output, nella forma che sta alla base, ancora oggi, dei bilanci economici nazionali in tutto il mondo.

Anzi, proprio sulla base delle tavole intersettoriali redatte in ciascun paese viene elaborato, con opportuni artifizi contabili, il «prodotto interno lordo», basato sulle ricerche di Colin Clark in Inghilterra, da Simon Kuznets negli Stati Uniti e dell’inglese Richard Stone; per evitare, anche qui, duplicazioni contabili (gli stessi mille euro sono pagati dall’industria saccarifera al coltivatore di barbabietola, dal negoziante all’industria saccarifera, e dalle famiglie al negoziante quando comprano lo zucchero, e sono gli stessi mille euro che i componenti delle famiglie ricevono in cambio del loro lavoro dalle fabbriche o dagli uffici, eccetera) il Pil è stato definito come la somma della quantità di denaro che arriva ai settori dei «consumi» finali delle famiglie e dei servizi, più la quantità di denaro che viene investita per macchinari, edifici, eccetera, a vita media e lunga, più il costo delle merci e dei servizi importati, meno il prezzo delle merci e dei servizi esportati.