È opportuno però ricordare un dato, che oggi ai più sfugge perché tutti sono più portati all’immediato.
Il fallimento del Gatt 2003 (General Agreement on Tariffs and Trade, Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio) a Cancun, che ancora oggi non ha trovato la sua conclusione, e che fu imputato al mancato accordo sull’agricoltura e sugli accordi di Singapore, verità solo parziale, in realtà aveva un significato diverso: la fine dell’egemonia non più accettata di pochi «grandi»(il G7 o il G8) e l’entrata in campo di grandi paesi emergenti. Oggi la crisi mondiale ne tratteggia e ne sancisce il cambiamento e si è giunti al G20, se sarà sufficiente.
Il tempo che viviamo è, dunque, anche il tempo della riforma della Pac (Politica agricola comunitaria), in un periodo medio rispetto alla scadenza del 2013, che si realizzerà nei prossimi mesi; ma è anche il tempo dei cambiamenti climatici, della scarsità idrica, della tematica delle biotecnologie, da non sottovalutare, dello stretto legame fra salute e alimentazione, dell’accesso all’alimentazione, dei biocarburanti come prima dicevamo. La Pac, su questa direttrice si snoda e dovrà sempre più snodarsi in futuro.
Con un’attenzione che andrà tenuta presente nei prossimi mesi: non conosciamo le ipotesi di sviluppo agricolo del nuovo Presidente degli Usa e della sua Amministrazione. Cosa sarà il Farm Bill (Politica Agricola Usa) di Barack Obama? La questione è assai rilevante e tutt’altro che irrilevante per l’Europa.
L’Italia in questa situazione come si trova?
C’è da segnalare un paradosso. In questo stato di volatilità e di instabilità dei prezzi dei prodotti alimentari, una parte della produzione in alcuni momenti ha spuntato prezzi più alti del passato. Ma il dato è solo congiunturale e dettato dalle condizioni generali prima ricordate.