Siamo passati dai circa 100 eventi per decennio degli anni 40 agli oltre 3.000 eventi per decennio degli anni 90, fino ad arrivare a 4.850 disastri in un solo quinquennio, nel periodo 2000-2005
Un recente rapporto Unep presenta in sei capitoli le questioni cruciali a cui il mondo deve dare priorità:
– gestione degli ecosistemi
– sostanze nocive e rifiuti pericolosi
– cambiamenti climatici
– catastrofi e conflitti
– uso efficiente delle risorse
– governance dell’ambiente.
Sulla base degli ultimi disastrosi avvenimenti meteorologici e climatici, noi qui ne prenderemo in considerazione due: Catastrofi e Conflitti e Governance dell’ambiente.
– Catastrofi e conflitti. Mentre i disastri naturali di origine geologica (terremoti, eruzioni vulcaniche) sono rimasti praticamente costanti, i disastri di origine climatica (cicloni, tifoni, uragani, eventi estremi di vario tipo, ecc.) e quelli associati di tipo idrogeologico (alluvioni, inondazioni, frane, smottamenti, ecc.) sono in continuo aumento.
Siamo passati, infatti dai circa 100 eventi per decennio degli anni 40 agli oltre 3.000 eventi per decennio degli anni 90, fino ad arrivare a 4.850 disastri in un solo quinquennio, nel periodo 2000-2005.
Il legame tra disastri, degrado dell’ambiente ed attività umane insostenibili appare del tutto evidente. Con i disastri aumenta la conflittualità sociale e tra popolazioni non solo tra gruppi di popolazione nell’ambito della stessa nazione, ma anche tra paesi confinanti, perché aumentano anche le migrazioni ambientali delle popolazioni più povere verso territori le cui risorse naturali non sono state distrutte o verso territori meno vulnerabili agli eventi estremi.
– Governance dell’ambiente. La governance dell’ambiente deve necessariamente basarsi su alcuni presupposti ineludibili, quali: la conoscenza del sistema terra, i suoi meccanismi e processi, i suoi equilibri complessivi globali e locali, la conoscenza del sistema umano, le sue necessità di crescita e di benessere, le sue istanze sociali, i profondi squilibri che esistono nelle diverse comunità umane, la conoscenza dei sistemi economici, produttivi ed industriali, dei meccanismi di interscambio dei mercati e di tutti quei processi che stanno alla base dello sviluppo socio-economico. Senza la conoscenza integrata e la consapevolezza di questi problemi, non sarà possibile stabilire una governance complessiva che rispetti gli equilibri ambientali complessivi del nostro pianeta, che rispetti un uso e uno sfruttamento delle risorse nel contesto della sostenibilità dello sviluppo di tutti i popoli e che tenga conto della responsabilità che i paesi ricchi hanno nei confronti dei paesi poveri e che tutti noi abbiamo verso le future generazioni.
(Fonte Accademia Kronos, traduzione e riassunto di Vincenzo Ferrara)