Piombino – Stato dell’area da bonificare

506
Tempo di lettura: 3 minuti

I principali superamenti dei limiti di legge si riscontrano per: Suoli e Acque sotterranee. La società Sogesid sta predisponendo la progettazione preliminare del marginamento dell’Area Nord

Il Sito di interesse nazionale (Sin) di Piombino (Livorno) è stato istituito con la L. 426/98, perimetrato con il D.M. Ambiente 10 gennaio 2000 e successivamente con il D.M. Ambiente e Tutela del Territorio 7 aprile 2006 mediante l’individuazione delle aree da sottoporre a interventi di caratterizzazione e, in caso di inquinamento, ad attività di messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e monitoraggio.

Il Sin comprende principalmente un polo industriale di notevoli dimensioni, l’area portuale di Piombino, l’area della centrale termoelettrica Enel Torre del Sale, l’area marina antistante e le discariche di rifiuti di «Poggio ai Venti», per una superficie totale di circa 928,4 ha a terra e 2.015 ha a mare.

In particolare, l’attività industriale principale è quella siderurgica. La Lucchini S.p.A occupa infatti circa 560 ha della parte a terra del sito. A tale attività sono correlate tre centrali elettriche (Edison Cet2, Edison Cet3 ed Elettra Gll) che utilizzano i gas prodotti dal ciclo siderurgico. Altre attività industriali comprendono la lavorazione di laminati (Arcelor Mittal) e la produzione di tubi in acciaio (Tenaris Dalmine). Sono inoltre presenti aree interne al perimetro industriale, mai utilizzate a fini produttivi, e aree pubbliche, principalmente sul litorale settentrionale del sito.

Il Sin di Piombino può essere suddiviso essenzialmente in due aree distinte, settentrionale e meridionale, diversificate sia per la densità di insediamenti produttivi presenti, sia per la loro natura geologica.
Nell’area settentrionale sono localizzati alcuni impianti di lavorazione a freddo dei semilavorati di acciaio e di produzione di tubi, nonché la Centrale termoelettrica Enel; sono, inoltre, presenti una vasta area paludosa, mai utilizzata industrialmente, delimitata a est dalla foce del Fiume Cornia, un’area umida posta a nord degli impianti di Tenaris Dalmine e un litorale sabbioso adibito, in buona parte, ad attività balneare. Tale area è originata da depositi di colmata del fiume Cornia e da depositi di laguna posti al di sopra di uno strato di sabbie pleistoceniche. Nell’area degli impianti è presente, al di sopra dei depositi di colmata, un ulteriore strato, di circa tre-quattro metri di spessore, costituito da riporto siderurgico. Nel sottosuolo sono presenti due falde sotterranee di cui una sospesa nel riporto siderurgico e una nelle sabbie al di sotto dei depositi di colmata.

L’area meridionale è densamente occupata da impianti produttivi che comprendono l’altoforno per la produzione della ghisa, le tre centrali elettriche, la cokeria, l’acciaieria, le colate continue, gli impianti di Arcelor Mittal e le banchine del Porto di Piombino. La stratigrafia di quest’area è costituita essenzialmente da uno strato di riporto siderurgico di spessore fino a circa dieci metri, che si appoggia su sabbie limose pleistoceniche alla cui base sussiste la formazione rocciosa del macigno. All’interno delle sabbie è presente una falda freatica.

Nell’area sud è localizzato anche il Porto di Piombino, caratterizzato sia da traffici mercantili e turistici verso le isole (Elba, Sardegna e Corsica) sia dall’attività legata all’industria per l’approvvigionamento di materie prime.

Attualmente, tutte le aree ricomprese nel sito sono state caratterizzate mentre i risultati delle indagini ambientali sulle aree pubbliche Demanio, Demanio 2 e Nuova discarica Poggio ai Venti sono ancora in attesa di validazione.

I risultati delle caratterizzazioni svolte mostrano una contaminazione nei suoli e nelle acque sotterranee. In particolare, i principali superamenti dei limiti di legge si riscontrano per:

Suoli (Arsenico, Cromo totale, Vanadio, Cadmio, Zinco, Nichel, Piombo, Mercurio, Rame, IPA, Idrocarburi C>12, Benzene, Clorometano);

Acque sotterranee (Arsenico, Ferro, Piombo, Cromo VI, Nichel, Solventi aromatici, Alifatici clorurati, IPA, PCB, Idrocarburi totali).

In merito all’effettiva attività di bonifica, nessun sito è stato ancora certificato: solo due siti, denominati «Cantieri Enel» e «Cimimontubi», sono stati deperimetrati dal ministero dell’Ambiente non necessitando di alcuna bonifica. La progettazione degli interventi di bonifica ha attualmente interessato il sito Città Futura, di cui è titolare il Comune di Piombino, con l’approvazione del progetto definitivo dei suoli; sono ancora in corso di valutazione i progetti di bonifica per il sito Ex-Irfird Fintecna (Comune di Piombino) e per le Discariche interne al sito Tenaris Dalmine.

In merito alla bonifica della falda sotterranea, nell’ambito dell’Accordo di Programma per la bonifica del sito di interesse nazionale di Piombino, Icram (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica Applicata al Mare) ha redatto, nel marzo 2008, uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza di emergenza consortile delle acque sotterranee di tutto il Sin di Piombino. In tale studio si è valutata la possibilità di realizzare il marginamento della falda sotterranea tramite la realizzazione di una barriera impermeabile lungo tutto il perimetro a mare del sito. Le acque di falda contaminate sarebbero raccolte a monte della barriera stessa, trattate ed eventualmente riutilizzate nei cicli produttivi con conseguente diminuzione dell’emungimento da parte delle industrie.

Attualmente, su incarico del ministero dell’Ambiente, la società Sogesid sta predisponendo la progettazione preliminare del marginamento dell’Area Nord, comprensivo della realizzazione e gestione del sistema di captazione della falda e la progettazione preliminare dell’impianto di trattamento e riutilizzo delle acque di falda inquinate derivanti dal marginamento pubblico previsto nell’intero Sin di Piombino.

(Fonte Arpat, Testo a cura di Luca Spagli e Serena Favilli)