Quantificare le emissioni prodotte dalle attività polverulente

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La Provincia di Firenze ha richiesto ad Arpat il supporto tecnico-scientifico per la valutazione degli studi e delle simulazioni dell’inquinamento atmosferico con particolare riferimento agli impianti di gestione dei rifiuti e ai siti per le attività estrattive (cave)

Sulla base di alcuni risultati di tale attività la Provincia di Firenze, quale autorità competente al rilascio delle autorizzazioni ai sensi della Legge regionale n. 33/1994, ha deciso di dotarsi di uno strumento, in forma di linee guida, per quantificare le emissioni prodotte da attività polverulente che sono sottoposte a verifica o valutazione di impatto ambientale nonché al regime autorizzatorio di cui alla Parte V del Decreto legislativo n. 152/2006.

Definite le Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti.

Alla luce dell’esperienza degli ultimi anni e, tenuto conto dell’evoluzione normativa sulle emissioni in atmosfera, la Provincia di Firenze ha richiesto ad Arpat il supporto tecnico-scientifico per la valutazione degli studi e delle simulazioni dell’inquinamento atmosferico con particolare riferimento agli impianti di gestione dei rifiuti e ai siti per le attività estrattive (cave).

Sulla base di alcuni risultati di tale attività la Provincia di Firenze, quale autorità competente al rilascio delle autorizzazioni ai sensi della Legge regionale n. 33/1994, ha deciso di dotarsi di uno strumento, in forma di linee guida, per quantificare le emissioni prodotte da attività polverulente che sono sottoposte a verifica o valutazione di impatto ambientale nonché al regime autorizzatorio di cui alla Parte V del Decreto legislativo n. 152/2006.

L’attività di supporto è stata svolta dal costituendo Centro di riferimento per la modellistica sulla qualità dell’aria (Crmqa) istituito dalla Regione Toscana con il Praa 2007-2010 e su incarico della Provincia di Firenze, che ha elaborato un articolato documento che affronta il tema delle emissioni di particolato dalle attività polverulenti (cave, cantieri, trattamento inerti, ecc.).

Tale problematica ha assunto maggiore evidenza in seguito all’entrata in vigore del Testo unico sull’ambiente che dispone l’obbligo di autorizzare esplicitamente «chi intende effettuare, in modo non occasionale ed in un luogo a ciò adibito, in assenza di un impianto, attività di lavorazione, trasformazione o conservazione di materiali agricoli, le quali producano emissioni, o attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico o stoccaggio di materiali polverulenti».

A tal fine il Testo unico stabilisce le apposite prescrizioni per le emissioni di polveri che l’autorità competente è tenuta a definire «tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:

a) pericolosità delle polveri,

b) flusso di massa delle emissioni,

c) durata delle emissioni,

c) condizioni meteorologiche,

d) condizioni dell’ambiente circostante».

Le «Linee guida» elaborate da Arpat propongono metodi di stima delle emissioni di polveri principalmente basati su dati e modelli dell’Agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti (US-Epa: AP-42 «Compilation of Air Pollutant Emission Factors»), ai quali rimanda per la consultazione della trattazione originaria, in particolare degli algoritmi di calcolo. Inoltre, tramite una complessa elaborazione numerica effettuata con metodi statistici e tecniche di modellazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera, propone specifiche soglie emissive, in relazione ai già citati elementi indicati nel decreto precedentemente citato, che consentono di valutare l’impatto sulla qualità dell’aria di tali attività, di modulare opportunamente le eventuali misure di mitigazione (bagnatura, inscatolamento, ecc.), di disporre l’eventuale monitoraggio nelle aree contermini alle lavorazioni, ovvero di prescrivere gli opportuni approfondimenti laddove l’entità delle emissioni sia particolarmente elevata anche in relazione alla presenza di «punti recettori sensibili» posti nelle vicinanze (civili abitazioni, scuole, ecc.).

La documentazione elaborata da Arpat è stata recentemente adottata dalla Provincia di Firenze che l’ha ritenuta «uno strumento di valutazione preventiva degli impatti dovuti alle emissioni di polveri, tali da rappresentare una semplificazione sia per gli utenti del servizio che per l’Amministrazione nei compiti di autorizzazione e controllo, nonché per i professionisti incaricati di predisporre la documentazione tecnica a tal fine, nel rispetto dei principi di semplificazione e trasparenza del procedimento amministrativo stabiliti dall’art. 1 della legge n. 241/1990, oltre che un compendio di criteri, di informazioni, e di parametri da seguire per le richieste di autorizzazioni e le relative valutazioni».

Le linee guida

In particolare, l’Allegato 1 della delibera contiene le vere e proprie «Linee guida», così articolate:

– nel Capitolo 1 sono analizzate le sorgenti di particolato dovute alle attività di trattamento di materiali polverulenti e per ciascuna sorgente vengono individuate le variabili da cui dipendono le emissioni ed il metodo di calcolo, in taluni casi semplificato rispetto al modello originale ed adattato dove possibile alla realtà locale;

– nel Capitolo 2 sono presentate le soglie di emissione al di sotto delle quali l’attività di trattamento di materiali polverulenti può essere ragionevolmente considerata compatibile con l’ambiente. Tale conclusione deriva dall’analisi effettuata tramite l’applicazione di modelli di dispersione; i risultati indicano che al di sotto dei valori individuati non sussistono presumibilmente rischi di superamento o raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria per il PM10 dovuti alle emissioni dell’attività in esame. I modelli e le tecniche di stima delle emissioni si riferiscono oltre che al PM10 anche a Pts (polveri totali sospese) e al PM2,5;

– nell’Allegato sono riportate le «Istruzioni specifiche per il calcolo delle emissioni di PM10 in attività di trattamento di materiali polverulenti» elaborate per facilitare l’applicazione dei metodi di stima delle emissioni proposti, nonché la fornitura delle informazioni necessarie e la predisposizione di un’adeguata documentazione nell’ambito delle procedure di legge;

– nell’Appendice A sono riportate una serie di immagini relative alle attività ed ai macchinari impiegati nelle lavorazioni di inerti e nei cantieri, ed un breve glossario di alcuni termini tecnici in lingua inglese che possono essere di aiuto nell’identificazione delle lavorazioni e dei rispettivi fattori di emissione;

– nell’Appendice B è invece illustrato un esempio dettagliato di applicazione dei metodi descritti ad una attività di estrazione e trattamento di inerti.

La Provincia di Firenze, nella propria delibera, ha stabilito che dal 1° gennaio 2010 le «Linee guida» dovranno essere «… parte integrante della documentazione a corredo delle istanze di autorizzazione alle emissioni in atmosfera per le attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti; delle istanze di richiesta di esclusione o assoggettamento alla verifica di assoggettabilità e per le Valutazioni di Impatto Ambientale di competenza provinciale; degli strumenti pianificatori di settore della Provincia di Firenze, in particolare i Piani e Programmi della Provincia di Firenze, e loro varianti, sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica o a verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica…».

Le «Linee guida», insieme alla documentazione tecnica relativa alle elaborazioni effettuate per redigerle, sono disponibili su «attionline» della Provincia di Firenze allegate alla Delibera di Giunta Provinciale n. 213 del 03/11/2009.

(Fonte Arpat)