Una «conquista» anche la veterinaria al femminile

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Solo a partire dalla metà del XIX secolo inizia ad essere permesso anche alle donne frequentare i corsi degli atenei europei, nonostante, nel secolo precedente, ci fossero stati illustri esempi di alto ingegno femminile

Il 6 e 7 Ottobre si è svolto a Brescia il 6° Congresso nazionale di Storia della Medicina Veterinaria. Fra i temi proposti si possono cogliere spunti per valorizzare la professione attuale e le conquiste raggiunte dai professionisti del passato. Fra queste, c’è sicuramente la possibilità, ottenuta grazie all’opera di donne tenacissime, di accedere all’istruzione superiore, anche se in gonnella. Vediamo insieme chi erano le prime laureate.

È solo a partire dalla metà del XIX secolo che inizia ad essere permesso anche alle donne frequentare i corsi degli atenei europei, nonostante, nel secolo precedente, ci fossero stati illustri esempi di alto ingegno femminile. Fra questi ricordiamo la matematica milanese Maria Gaetana Agnesi (1710-1799), che insegnò a Padova e Bologna, e le bolognesi Laura Bassi Veratti (1711-1789), filosofa, Clotilde Tambroni (1758-1817), grecista, e Maria Dalle Donne (1778-1842). Quest’ultima si laureò in medicina nel 1799 ed insegnò ostetricia per quasi quarant’anni, dirigendo la scuola per levatrici fondata a Bologna nel 1804. Se l’ingresso delle donne negli atenei medici divenne possibile, si deve soprattutto ad alcune profughe provenienti dall’Est, che molto si adoperarono per l’affermazione delle donne medico. Non a caso furono proprio le università di Parigi e Zurigo, luoghi della diaspora, ad accogliere per prime le domande di ammissione di alcune donne russe alla facoltà medica, seppur fra accesi conflitti. Se contrastato era stato l’accesso alla medicina umana, ancor di più lo fu quello alla medicina veterinaria, da sempre ritenuta una professione confacente alla sola «brutalità del maschio». Per questa ragione, le Scuole di Veterinaria iniziarono ad accogliere le domande di iscrizione delle donne con decenni di ritardo rispetto alle facoltà di medicina e chirurgia.

Da quanto risulta in letteratura, grazie soprattutto all’opera di ricerca encomiabile della prof.ssa Alba Veggetti, docente di anatomia veterinaria, sistematica e comparata, presso l’Università di Bologna, anche le prime zooiatre provenivano dall’Est europeo. Grazie ad una nota di cronaca apparsa su un numero della «Clinica Veterinaria» del 1893, possiamo affermare con certezza che la prima veterinaria, in assoluto, si chiamava Stefania Kraszewska e si laureò nel 1889 presso la Scuola Veterinaria di Zurigo. La seconda risulta essere una certa Dobrowilskaia, che si laureò sempre a Zurigo, e che, dopo aver sostenuto l’esame di stato presso l’Università di Cracovia, nel 1893 fu chiamata a ricoprire l’incarico di veterinario distrettuale nella Russia meridionale. Diversamente riporta il tedesco Sackmann-Rink nel suo articolo del 1998. Infatti, secondo lo studioso, il primato della laurea in zooiatria spetterebbe alla russa Maria Kapcèwitch, che, però, si laureò presso l’Ecole Veterinaire di Alfort solo nel 1896, tre anni più tardi rispetto alla collega Kraszewska. Che le signore potessero laurearsi rappresentava comunque un evento sporadico e del tutto inusuale, dal momento che la stessa Kapcèwitch, per iscriversi ad Alfort, dovette ottenere una speciale autorizzazione ad personam, sebbene fossero trascorsi già trent’anni dalla prima immatricolazione di una donna presso la facoltà di medicina di Parigi.

Della Kapcèwitch si ricorda l’applauditissima relazione all’8° Congresso Internazionale di Veterinaria, tenutosi a Budapest nel 1905, evento che indusse uno dei partecipanti a perorare con foga la causa delle donne inglesi, alle quali era ancora interdetto l’esercizio della professione veterinaria. All’inizio del diciannovesimo secolo, il numero delle colleghe veterinarie europee era leggermente inferiore a cinque, mentre la situazione oltre oceano era ancora più arretrata. Sebbene la prima donna americana laureata in medicina (Elisabeth Blackell) conseguì il titolo già nel 1845, la prima veterinaria americana, Mignon Nicholson, si laureò presso il McKillips College solo nel 1903, seguita nel 1910 dalle colleghe Elinor McGrath e Florence Kimball, laureatesi rispettivamente al Veterinary College di Chicago ed alla Cornell University.

Il modesto vantaggio europeo fu però più apparente che sostanziale, visto che le prime laureate provenivano da un unico bacino geografico, quello russo-slavo, ed erano state accettate all’università solo perché avevano presentato domanda d’ammissione come «straniere». Diverso sarebbe stato l’aver tentato di iscriversi presso le università della propria patria. Lo conferma l’episodio accaduto alla finlandese Agnes Sjoberg, a cui, nel 1911, fu negata l’iscrizione in patria per il solo fatto di essere donna. Successivamente, la Sjoberg riuscì ugualmente a diventare un veterinario, laureandosi a Berlino.