La geografia delle Terre della Notte

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«Ad oggi lo sviluppo totale delle grotte conosciute al mondo è di circa 15.000 km ma si stima che lo sviluppo reale del mondo delle grotte sia almeno mille volte maggiore. Ne conosciamo solo quindi una minima parte. Il lavoro è appena iniziato»

Fino al 25 marzo è possibile visitare a Roma, città dalle millenarie stratificazioni, la mostra «I colori del buio. Esplorando il Pianeta sotterraneo», mostra dedicata alle viscere della Terra e ai più spettacolari paesaggi naturali. Foreste pluviali, ghiacciai, montagne, deserti e intricati labirinti sotterranei compongono lo scenario, esposto presso il Complesso del Vittoriano, che offre al visitatore la possibilità di raggiungere idealmente luoghi inaccessibili, riservati a esperti esploratori.

L’esposizione, la più completa mai realizzata in Italia sulla speleologia e sugli ambienti ipogei, è promossa e curata dall’Associazione «La Venta», un’associazione senza scopo di lucro che da più di vent’anni svolge in tutto il mondo ricerche speleologiche con un’impostazione geografica e divulgativa. Un’attività che si basa sul lavoro volontario di un folto gruppo di persone animate da una forte passione per la natura e i viaggi, unite dalla voglia di stare insieme e di condividere esperienze uniche.

Obiettivo generale della mostra è spiegare come, dove e perché si esplora il mondo sotterraneo, e cosa vi si trova: dalla speleo-subacquea ai lunghi campi sotterranei necessari per esplorare grandi grotte paragonabili, per complessità e rischi, alle più alte montagne e il tutto tra alta tecnologia, fatica e rischio, corde e rocce, pareti e fiumi carsici.

«I colori del buio» dimostra che raccontare il mondo delle grotte non è facile; è un mondo estraneo ai più, dove il tempo, lo spazio, i suoni, gli odori e le immagini hanno una dimensione propria, diversa da quella del mondo di superficie. Di contro, attesta anche che sulla Terra c’è molto ancora da esplorare e svela il volto poco noto degli speleologi, i geografi silenziosi che operano nell’oscurità.

La mostra risulta articolata su due piani e si compone di 55 pannelli retroilluminati con oltre 100 immagini a colori, ricostruzioni sceniche e 9 monitor con video clip. Il contesto è suddiviso in 8 sale tematiche: «Le grandi grotte dei climi tropicali»; «Acque e fiumi sotterranei»; «Dai deserti del Messico all’Asia Centrale»; «Grotte e uomo dall’antichità a oggi»; «Meraviglie della notte: cristalli e minerali»; «Alle porte del tempo: abissi nelle quarziti»; «I cristalli giganti di Naica»; «Nel cuore dei ghiacciai».

«Ad oggi lo sviluppo totale delle grotte conosciute al mondo è di circa 15.000 km ma si stima che lo sviluppo reale del mondo delle grotte sia almeno mille volte maggiore. Ne conosciamo solo quindi una minima parte. Il lavoro è appena iniziato», si legge nella guida.

In definitiva, un mondo affascinante e ricco di immagini quasi surreali quello che è in mostra a Roma; un mondo, quello delle grotte, che per quanto complesso da vivere per l’occasione risulta alla portata di tutti.

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Nella foto del titolo un’immagine della mostra: «Dentro il ghiacciaio Gorner, Svizzera».