Alta Murgia – Illegittima la nomina del Commissario

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Lo ha sancito l’Alta corte bissando il pronunciamento che ha riguardato il parco del Gargano, con il risultato che le due aree protette della Puglia sono bloccate. Una nota del Forum ambientalista stigmatizza le iniziative ministeriali

Due sentenze della Corte Costituzionale sanciscono l’illegittimità delle nomine a commissario degli enti parco predisposta dal ministero dell’Ambiente.

Con la sentenza n. 264/2011 del 12 ottobre 2011, la Corte Costituzionale ha stabilito che il ministero dell’Ambiente non poteva nominare il Commissario dell’Ente Parco dell’Alta Murgia, almeno non nei tempi e nei modi con cui, nel febbraio scorso, l’ha fatto ovvero senza concordare con la Regione Puglia la nomina del nuovo Presidente.

È quanto rende noto Michele Di Lorenzo, Presidente regionale del Forum ambientalista in una sua nota. «Si tratta – sottolinea – della seconda sentenza, nel giro di pochi mesi (la prima sentenza, n. 255 del 2011, riguardava l’analoga fattispecie relativa al Parco Nazionale del Gargano), con cui la Regione Puglia ha ottenuto l’annullamento del decreto di nomina del commissario.

«In particolare – precisa Di Lorenzo –  la sentenza n. 264/2011 fa risalire al 28 Aprile del 2010, la prima delle innumerevoli richieste del Presidente della Regione Puglia, con cui lo stesso aveva segnalato l’importanza di attivare un percorso di intesa sul Presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia, invitando il Ministro a individuare insieme una figura competente e di alto profilo professionale, dichiarando la propria disponibilità a verificare le migliori personalità per questo incarico.

«L’assenza di risposta e la nomina di un commissario danno conto, per un verso, del senso di responsabilità istituzionale del ministro e, per altro, della necessità del Presidente Vendola di adire la Corte Costituzionale per l’annullamento degli atti ministeriali, per conflitto di competenza.

«La Corte Costituzionale – precisa il Presidente – ricostruendo esattamente la vicenda istituzionale, ha preso atto che “il Ministro non ha mai cercato di raggiungere un accordo, ma ha disatteso la norma che prevede l’obbligo dell’intesa, perché, da un lato, non ha dato seguito alle proposte di incontro provenienti dalla Regione Puglia e, dall’altro, ha nominato Commissario straordinario una persona sulla quale il Presidente della Regione Puglia non aveva manifestato alcuna intesa“.

«È evidente quindi – stigmatizza la nota del Forum ambientalista – che il ministero dell’Ambiente, in una logica di mero interesse partitocratico, irrispettoso della normativa vigente, continua pervicacemente a bloccare l’attività degli enti parco, facendo incancrenire le problematiche esistenti sul territorio e congelando tutti i procedimenti amministrativi in corso.

«Si pensi solo al complesso iter di approvazione del Piano del Parco, già attivato per entrambi i parchi e che, grazie alla stolida opposizione del ministero dell’Ambiente, non può giungere a compimento.

«La violazione dell’art. 9 , comma 3, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) che prevede, per la nomina del Presidente degli Enti Parco, un meccanismo di intesa tra il ministro dell’Ambiente e i Presidenti delle regioni nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco, è talmente grossolana che, a ragione, può ritenersi solo il frutto di un deliberato ostracismo del ministro Prestigiacomo, alla quale francamente i destini dei parchi nazionali non sono mai interessati.

«D’altronde, è rimasta celebre la sua dichiarazione di voler «privatizzare i Parchi e le aree protette».

«Il fine politico è certamente quello di congelare gli enti parco per ridurne prestigio e operatività sul territorio e giungere, in tal modo, alla loro completa delegittimazione.

«Conoscendo la sagacia politica della Prestigiacomo e la sua sensibilità ambientale – conclude la nota di Michele Di Lorenzio – vi è da temere che nulla si muoverà fino alle prossime elezioni politiche. Resta alla Regione Puglia, invece, cercare di risolvere questo grave «impasse» poiché il rischio grave è quello di lasciare il Parco del Gargano e dell’Alta Murgia senza Presidente e nell’impossibilità di operare ancora per molti mesi. Come tutti sappiamo, i problemi ambientali, di solito, non si fermano ad aspettare i tempi della nostra irresponsabile casta politica».