Ecco come il plankton modifica il clima

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Il fitoplankton marino tende a proteggersi dall’azione dannosa prodotta dai raggi ultravioletti solari, e lo fa producendo una sostanza organica a base di zolfo che alimenta l’aerosol, il Dms. Questa sostanza favorisce la formazione di grosse perturbazioni atmosferiche come tempeste marine e uragani

Forse ora si comprende perché da qualche decennio a questa parte si registra un impressionante incremento di uragani e tifoni sull’Atlantico e sull’oceano Indiano.

Una ricerca sul plankton marino, ed in particolare sul fitoplankton, finanziata dalla Nasa, cofinanziata dalla National Science Fundation degli Usa e condotta da alcuni ricercatori americani, ha portato ad una importante scoperta per gli studi sul clima.

Il fitoplankton marino (minutissime piante sospese sulla superficie del mare o in profondità fin dove giunge la luce del Sole), quando viene colpito dall’intensa radiazione solare estiva, che contiene un’alta percentuale di radiazione ultravioletta, tende a proteggersi dall’azione dannosa prodotta dai raggi ultravioletti solari, e lo fa producendo sulla sua superficie esterna, esposta al Sole, una sostanza organica particolare a base di zolfo. Questa sostanza, che ha un complicato nome chimico, viene poi attaccata da alcuni batteri presenti in acqua, e viene trasformata in un composto chimico denominato Di-metil-solfuro (Dms).

Il Dms a contatto con l’ossigeno dell’atmosfera sovrastante si trasforma ulteriormente fino a creare vari tipi di composti a base di zolfo (per lo più solfati), i quali, se pur chimicamente diversi, hanno un’unica caratteristica fisica: sono tutti microscopici granelli di polvere, cioè minutissime particelle per lo più solide, che in termini tecnici sono conosciute come aerosol. Ebbene, sono proprio questi aerosol che costituiscono i nuclei di condensazione attorno ai quali si deposita e condensa via via l’umidità atmosferica fino a formare le minutissime gocce d’acqua che a loro volta, sotto la spinta di correnti ascensionali, formano le nubi ed i sistemi nuvolosi.

Era già noto da tempo il ruolo del Dms nella formazione delle nubi, così com’era nota l’importanza degli aerosol (come il Dms), che hanno nei processi climatici perché influiscono in modo rilevante nell’effetto serra. Gli aerosol, infatti, hanno un comportamento da raffreddanti climatici, un comportamento, quindi, opposto a quello dell’anidride carbonica ed altri gas serra che invece sono riscaldanti del clima. Questo fenomeno nel bilancio energetico complessivo dell’atmosfera non è da sottovalutare.

Ciò che non era noto, o almeno non ben chiaro, era la formazione e la produzione di Dms ed in particolare attraverso quali meccanismi chimici e chimico fisici potesse prodursi. Ed inoltre non si capiva bene, perché a volte, e soprattutto nei mesi estivi il Dms era presente anche in grande quantità sugli oceani favorendo in modo significativo anche la formazione di grosse perturbazioni atmosferiche. Non ultimi le tempeste marine e gli uragani.

Ora sappiamo, e questa è una scoperta importantissima, che alla base di tutto c’è il plankton che riesce a condizionare non solo i processi meteorologici, ma anche i processi climatici.

Questa scoperta copre una lacuna, ma apre anche altri interrogativi nello studio del bilancio energetico dell’atmosfera e negli scambi energetici (e nei feed-back) tra atmosfera e mare, proprio le tematiche che sono alla base dei processi climatici e dell’effetto serra sia quello naturale sia quello aggiuntivo indotto dalle attività umane.

(Traduzione e riduzione di Vincenzo Ferrara del Comitato Scientifico di Accademia Kronos)