Nel Salernitano ancora disastri prevedibili

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«Nella provincia di Salerno il 99% dei comuni sono a rischio frana e alluvioni per la cattiva gestione del territorio ed è questa cattiva gestione che, oltre a mettere in serio pericolo la vita degli abitanti, crea ingenti danni alla produzione agricola»

Tra San Gregorio Magno e Buccino, nel salernitano, la situazione lentamente torna alla normalità, dopo l’alluvione avvenuta l’8 ottobre, quando la zone era stata invasa da un fiume di fango, detriti e pietre.

Coldiretti denuncia: «Nella provincia di Salerno il 99% dei comuni sono a rischio frana e alluvioni per la cattiva gestione del territorio ed è questa cattiva gestione che, oltre a mettere in serio pericolo la vita degli abitanti, crea ingenti danni alla produzione agricola».

E la situazione resta ancora sotto osservazione dopo le intense piogge che a partire da venerdì scorso hanno interessato diversi comuni della zona provocando gravi danni e bloccando vie di comunicazione. Tra le località più colpite il comune di San Gregorio Magno, a pochi chilometri dal confine con la Basilicata, in cui una frana ha interrotto ogni tipo di collegamento con le aree circostanti. Ma la circolazione stradale è risultata interrotta anche in costiera amalfitana e lungo la statale tra Eboli e Battipaglia.

Per il momento, la pioggia sembra aver concesso una tregua, consentendo le prime operazioni di ripristino dei luoghi, anche se, in via precauzionale, circa 200 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni invase dal fango.

E oltre alle zone interne, pesanti ripercussioni si sono registrate in tutta la piana del fiume Sele, in cui circa 500 ettari di campi coltivati sono rimasti sommersi. Le alluvioni, da una sintetica analisi preventiva, avrebbero mandato in fumo il lavoro di coltivazione iniziato ad ottobre, provocando al comparto agroalimentare dell’area perdite per diversi milioni di euro. Ma oltre al danno economico il bilancio complessivo dei danni contempla alcuni contusi e un uomo tratto in salvo dalla sua automobile.

Ed è di fronte alla notizia di un’alluvione nel salernitano che viene inevitabile ripensare alla tragedia che nel maggio del 1998 sconvolse la vita degli abitanti di Sarno, Episcopio e Quindici, comuni non lontani da quelli colpiti dalle recenti perturbazioni. In quella occasione i paesi furono letteralmente coperti da una valanga di fango venuta giù dalle colline circostanti e le vittime allora furono ben 160.

Alla luce di questo, Francesco Peduto, Presidente dell’Ordine dei geologi della Campania, evidenzia: «Ancora una volta rimarchiamo l’importanza della prevenzione con la comunità dei geologi che chiede una politica di protezione civile attiva soprattutto nei tempi di pace. È l’ennesima volta che viene praticamente denunciato anche il come siano state ridotte le risorse economiche per la prevenzione».

In definitiva, un problema, quello del dissesto idrogeologico, che interessa sì la Campania, dove assume i contorni di una vera e propria piaga, ma anche l’intero territorio nazionale occupando una posizione di assoluta priorità emergenziale. Necessario è intersecare in maniera più efficiente le funzioni di pianificazione territoriale e difesa del suolo con quelle di protezione civile, sia pre che post evento e per far questo risulta inevitabile che vengano prese decisioni a livello politico-amministrativo indirizzate a risolvere efficacemente la questione.