Per Greenpeace l’incidente è già di scala 7

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Sette era il livello di classificazione dell’incidente di Cernobyl. Sul posto volontari dell’Associazione. Si prefigura una catastrofe: in Bielorussia c’era una densità abitativa di 40 persone per chilometro quadrato. In Giappone c’è una densità media di 800 persone per chilometro quadrato. Nell’area metropolitana di Tokyo è di oltre 1.200 persone per chilometro quadro

Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania al dott. Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima, ha già rilasciato un tale livello di radioattività da essere classificato di livello 7, secondo l’International Nuclear Event Scale (Ines).

Lo studio del dott. Hirsch, che si basa sui dati pubblicati dall’Agenzia governativa francese per la Protezione da Radiazioni (Irsn) e dall’Istituto Centrale di Meteorologia austriaco (Zamg), ha rilevato che la quantità totale di radionuclidi di iodio-131 e cesio-137, rilasciata a Fukushima tra l’11 e il 13 marzo 2011, equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7 nella scala Ines. 7 è il livello massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo durante l’incidente a Cernobyl del 1986.

Greenpeace ha inviato in Giappone un gruppo di esperti che da oggi inizieranno a monitorare i livelli di contaminazione radioattiva intorno alla zona di evacuazione per valutare la reale portata di rischio per la popolazione locale. «Fin dall’inizio della crisi nucleare a Fukushima, sembra che le autorità stiano sottovalutando sia i rischi sia l’estensione della contaminazione radioattiva. Siamo venuti qui a Fukushima per fare un’analisi trasparente e indipendente sulla reale contaminazione radioattiva dell’area e sui rischi per la salute pubblica», afferma Jan van de Putte, team leader di Greenpeace e consulente in sicurezza radioattività.

Mentre a Cernobyl l’incidente aveva coinvolto un solo reattore, a Fukushima si è avuto rilascio di radioattività da quattro reattori. I reattori 1, 2 e 3 hanno subito perdita di liquido refrigerante che ha portato alla fusione del combustibile nucleare. La piscina del reattore 4, contenente combustibile nucleare esausto, ha perso liquido refrigerante fino a produrre un incendio che ha coinvolto il combustibile. Un’esplosione di idrogeno ha infine distrutto la struttura del reattore 4.

«Sommando i rilasci di radiazione da tutti i reattori dell’impianto di Fukushima-Daiichi, è ovvio che si è raggiunto il livello 7 nella scala Ines. È probabile che la quantità totale di radiazione equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7. Il rilascio di radioattività, infatti, è 100.000 TBq (TeraBequerel) per ogni reattore, dunque si tratta di tre incidenti di scala 7» conclude il dott. Hirsch.

L’Iaea ha sempre dichiarato che un incidente di questa scala non sarebbe mai stato possibile in un reattore occidentale, e invece ce ne sono stati tre in una volta. Greenpeace è particolarmente preoccupata per gli effetti che la ricaduta radioattiva avrà su un paese ad alta densità di popolazione come il Giappone. La maggior parte della radioattività di Cernobyl è ricaduta sulla Bielorussia, con una densità abitativa di 40 persone per chilometro quadrato. Il Giappone ha una densità media di 800 persone per chilometro quadrato. L’area metropolitana di Tokyo ha densità di oltre 1.200 persone per chilometro quadro. Le implicazioni per la dose collettiva di radiazione sulla popolazione potrebbero essere enormi.

(Fonte Greenpeace)