Dichiarazione di Stefano Leoni, Presidente del Wwf Italia, alla conferenza stampa delle aziende delle energie rinnovabili e associazioni ambientaliste di fronte al ministero dello Sviluppo Economico
«Il decreto legislativo “blocca-solare” proposto dal dicastero dell’economia, che vuole porre un “tetto” al fotovoltaico e bloccarne gli incentivi, fa andare l’Italia in controtendenza rispetto al mondo intero: così spegneremo il “nostro” sole e tutta l’economia, ancora giovane, che ruota intorno alle rinnovabili. Una mossa in controtendenza rispetto al mondo intero che ormai punta sulla green economy con grande sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, ma soprattutto rispetto alla politica energetica indicata dall’Unione europea che si è posta l’obiettivo di almeno il 20% al 2020 di copertura da fonti rinnovabili dei consumi di energia, un obiettivo sostenibile solo con il concorso di tutti i paesi».
«Come dichiarato nel nuovo rapporto dell’Unep (programma Onu per l’Ambiente) investire circa l’1,25% del Pil globale ogni anno nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, potrebbe tagliare la domanda di energia del 9% nel 2010 e quasi del 40% entro il 2050.
«Anche il recente Energy Report, lanciato dal Wwf insieme a Ecofys, ha dimostrato come entro il 2050 il fabbisogno di elettricità, trasporti, energia industriale e privata potrebbe essere soddisfatto dalle energie rinnovabili, con un uso solo residuale e isolato di combustibile fossile e nucleare, riducendo così in modo drastico le preoccupazioni sulla sicurezza dell’energia, l’inquinamento e, non da ultimo, per i cambiamenti climatici catastrofici».
«Fornire energia sicura, accessibile e pulita nella quantità richiesta richiede uno sforzo globale, simile alla risposta globale alla crisi finanziaria mondiale. Ma i benefici saranno maggiori nel lungo termine e i risparmi dovuti ai costi inferiori bilanceranno tutti i nuovi investimenti in energia rinnovabile ed efficiente entro il 2040; i risparmi, in uno scenario “business as usual”, ammonteranno a circa 4 miliardi di euro, dovuti solo al minor costo dell’energia entro il 2050.
«Altri benefici verrebbero dalla diminuzione dei conflitti per la sicurezza energetica, fuoruscite inquinanti e interruzioni di rifornimento che si verificano quando ci si procura combustibili fossili in esaurimento in zone a rischio politico o ambientale, come dimostrano gli scenari di questi giorni».