Il sesto momento (Rif. N°1) è il momento della nascita del processo di Bologna (1999) seguito da una serie di Attività Universitarie Europee riassunte nella seguente Fig. N° 2. Si assiste ad una sorta di crescita esponenziale che sembra essere giunta ad una fase di saturazione.
Fig. N° 2 Evoluzione temporale della qualità
La crisi di qualità del mondo universitario risente della crisi di qualità del mondo industriale ma, con il processo di Bologna, si allontana dalle linee guida sviluppate per la qualità del mondo industriale. Così, dal punto di vista industriale, è in atto una nuova crisi. Molti altri «Sistemi» apparentemente indipendenti sembrano svilupparsi ed influenzare il «Sistema Qualità», ovvero principalmente il «sistema ambientale» e/o il «sistema di sicurezza» e/o il «sistema di segretezza». Così nasce l’esigenza di integrare i diversi approcci (sottosistema di qualità, sottosistema ambiente, sotto sistema sicurezza e sotto sistema segretezza) in un sistema unico integrato.
Oggi l’esigenza di integrazione è il punto debole della crisi. Al tempo stesso, la crescita della qualità all’interno degli Istituti di Formazione universitaria e Università è in atto senza percepire, almeno per il momento. la necessità di integrazione con i requisiti di sicurezza e qualità dell’ambiente stesso. In ogni caso, si sta verificando un ulteriore salto di qualità in termini di miglioramento di democrazia nel campo universitario che va dall’importanza della partecipazione dello studente, anche con semplici scioperi e dimostrazioni varie, per culminare con la migliore partecipazione al processo democratico di apprendimento dell’insegnamento ricevuto in modo da digerirne i concetti e saperli applicare in pratica.
Sesto salto di qualità
Sesto Momento: la sintesi dei Processi di Bologna sulla Qualità
Riassumendo i punti principali della visione globale dello sviluppo della Garanzia di Qualità nelle Università e Iis europei sono i seguenti:
- La Dimensione della Qualità del Processo di Bologna – visioni e obiettivi
- La Garanzia Qualità nel Contesto del Processo di Bologna
- Immersione della Garanzia Qualità nello Sviluppo Istituzionale
- Esempi correnti a livello Istituzionale
- Approcci alla Garanzia Qualità
- Opportunità Restanti e Possibilità Operative.
Negli anni 90 del secolo scorso, i Responsabili delle Università europee avvertirono la necessità di una organizzazione per la qualità europea nel campo delle Università e negli Istituti istruzione superiore. Così il processo di Bologna ne divenne la prima conseguenza ed il primo passo. Prima del «Processo di Bologna» la Qualità Universitaria e Iis presentava diversi aspetti negativi. Quindi sono stati organizzati e realizzati riunioni e convegni multinazionali per dibattere i problemi della qualità della Università e il loro relativo rendiconto, includendo tutti gli effetti di massificazione e quelli collaterali della necessità di una aumento sostanzioso di autonomia universitaria.
Divenne chiaro e appariscente la negatività di una serie di elementi quali il sovraccarico di popolazione studentesca e della numerosità di classi assieme con l’impiego di metodologie di insegnamento superate e datate che non spronavano ad una tipologia di apprendimento autonomo ed indipendente oltre a non offrire un numero sufficiente di opzioni di processi di apprendimento. Tuttavia, molti responsabili di organizzazioni universitarie e di Iis non diedero sufficiente importanza ed attenzione alle suddette necessità diversificate di studenti e professori. Frattanto, si osservava (e per molti versi ancora si osserva almeno in Italia) una chiara mancanza di coerenza di programmi del tipo incentrati sull’insegnante ed una assoluta mancanza di riconoscimento reciproco. Così, negli anni 90, furono create le Agenzie di Garanzia Qualità e successivamente migliorate e trasformate in decenni di cooperazione fra di loro e la necessità di incremento di paragoni e di mutuo riconoscimento. I passi fondamentali dal Processo di Bologna in poi sono riportati nella seguente Tabella N° 1.
Vennero definiti alcuni Progetti europei pilota su criteri e metodologie di Garanzia Qualità da cui si dedussero le Raccomandazioni del 1994 e 1995 e di conseguenza la qualità e la competitività degli Iis ed Università europee diventavano sempre più politicizzate sfociando in crisi economiche, di mancanza o fuoruscita di cervelli ecc.
Al momento, invece, va chiaramente sottolineato che:
1. Il Processo di Bologna è stato un Processo di Miglioramento di Qualità che ha permesso di definire una Visione e delle Speranze.
2. Ormai è univocamente accettato lo schema a livelli di laurea con la introduzione dei programmi di primo livello (Bachelor), di secondo livello (Master) e di terzo livello Dottorato (PhD).
3. In particolare, dopo la Riunione di Berlino nel 2003, al terzo livello (Livello Dottorato) e alla Qualità dell’addestramento e formazione alla Ricerca è stato associato una nuova focalizzazione ed importanza.
4. Nel 2005, si sono sviluppati Programmi e Progetti interni di Qualità nelle Università e Iis oltre a programmi di formazione, apprendimento e servizi vari.
5. Sempre nel 2005 (Tendenza IV) si è sviluppata la Relazione fra Garanzia Qualità Interna ed Esterna nell’ambito della emissione della Normativa e Linee Guida standard europee (Egs).
6. Tendenza V (2007): si ebbe lo sviluppo della Garanzia Qualità Interna.
7. Si verificò lo sviluppo degli standard europei di Garanzia Qualità per la Garanzia qualità Interna.
8. Sviluppo della linee guida Esg, ossia sviluppo della Garanzia Qualità Esterna.
9. Presa di decisioni di primaria importanza all’Interno della Garanzia Qualità delle Istituzioni.
10. Sviluppo che si è allargato o si sta allargando a tutte le Università ed Iis d’Europa.
In conseguenza di questa politica di gestione della Garanzia Qualità, le Istituzioni furono in grado di raggiungere molti obiettivi e benefici diversi. Prima di tutto, si raggiunge l’obiettivo prefissato di focalizzare la qualità universitaria e/o delle Iis sulla Garanzia Qualità Interna intesa come Cultura della Qualità.
Un altro obiettivo raggiunto fu l’allontanamento dello studente e delle parti interessate dalla pura prospettiva della logica del soddisfacimento del Cliente e quindi del concetto di «fornitura» (del sapere).
Inoltre, molti obiettivi sinergici per la Garanzia di Qualità Interna furono raggiunti in termini di molti benefici e sviluppo di opportunità. Si pervenne alla riflessione sulla necessità di realizzazione di diverse combinazioni di revisioni e audit interno ed esterni che assumessero piuttosto un aspetto accademico laddove ci si aspettava un ritorno di sviluppo scientifico e delle prospettive di sviluppo delle facoltà nell’ambito di una strategia globale di sviluppo istituzionale. Quindi fu data molta più attenzione all’attuazione di decisioni strategiche quali le politiche di finanziamento, le ristrutturazioni, le nuove iniziative interdisciplinari, la definizione di ritorni concreti ed efficaci, le connessioni alle strategie istituzionali ed all’autonomia istituzionale (processi di valutazione e di assunzioni, investimenti nelle infrastrutture ecc.).
Così si ottennero altri benefici ed opportunità per la Garanzia di Qualità a livello Istituzionale. Ne scaturirono varie e concrete opportunità per i Valutatori di Sistema prendendo in debito conto, come precedentemente menzionato, le diversità delle Istituzioni e la molteplicità dei fattori influenzanti a dispetto della complessità delle organizzazioni, dei vari attori che le costituivano e delle condizioni di lavoro. Come conseguenza si alimentò la credenza nella possibilità di cambiamento positivo rendendo sicure le nuove valutazioni sino ad offrire ottimi possibilità di apprendimento con sufficiente attenzione alle Istituzioni.
Si svilupparono quindi opportunità basilari per la realizzazione di procedure e processi di garanzia qualità a livello Istituzionale, a livello di Agenzie, a livello di Ministeri culminando con la applicazione del «Sistema Qualità» (Fig. N° 1) senza, peraltro, sollecitare troppo i metodi di valutazione d routine che potevano diventare troppo faticosi e richiedere troppo investimento. Tuttavia questo approccio consentì ai professori di avere abbastanza tempo e risorse per condurre a termine i loro insegnamenti e le loro ricerche, espandendo nel contempo la autonomia istituzionale e recuperando mezzi per il miglioramento dei processi in generale. Altrimenti, l’approccio di Garanzia Qualità sarebbe diventato troppo difficile da realizzazione ed avrebbe causato una serie di difficoltà che avrebbero potuto crescere anche troppo velocemente, soprattutto per quanto concerne i processi di finanziamento e di garanzia qualità.
Se si considerano questi aspetti dal punto di vista industriale, allora, ricordando Kuhn, si è raggiunto un nuovo livello di crisi di qualità che deve essere superato. In altre parole, in ambito europeo si osservano la crescita di diversi «sistemi qualità» apparentemente indipendenti e tali da influenzare il «Sistema Qualità Europeo». Si allude alla nuova moderna impostazione della richiesta sinergia del GQ con il «sistema (sottosistema) ambiente», con il «sistema (sottosistema) sicurezza e protezione», «sistema (sottosistema) della privacy» e eventualmente altri sottosistemi focalizzati ad hoc.
Tutti questi sottosistemi additivi sono regolamentati da regole specifiche ad hoc che sono diventate obbligatorie e cogenti per le industrie. Tutto ciò implica che in qualsiasi azienda ci deve essere un certo numero di persone addette al lavoro per questi sottosistemi. Tuttavia, queste regole non sono applicabili al mondo universitario e degli Iis. Nell’ambiente universitario e degli Iis si impone un nuovo e diverso approccio e metodo verso la creatività che si proponga di ottenere la sinergia e la integrazione del «sistema qualità» con il sottosistema ambiente, il sottosistema sicurezza, il sottosistema della protezione sul lavoro, il sottosistema della privacy ecc. in modo da generare una nuova cultura.
Così, in una visione internazione più ampia possibile ed almeno per il momento, l’accrescimento del movimento per la qualità delle università e degli Iis europei si sta verificando, almeno apparentemente, senza sentire come prioritaria la necessità di integrazione internazionale: le vie nazionali continuano ad essere molto forti e in qualche maniera del tutto autonome. Di fatto, si sta da alcuni anni affrontando il problema della armonizzazione dei sistemi nazionali e della definizione delle comunanze (commonality) fra le varie culture.
Bisogna, in qualche maniera, raggiungere e mantenere i livelli di coerenza più elevati possibili pur mantenendo la necessaria creatività e la diversità delle vie nazionali.