È necessario un monitoraggio particolarmente nel mare lucano e calabrese, anche perché nel 2007, fu fatto uno studio dall’Istituto marino costiero del Cnr per realizzare una cartografia marina e costiera, commissionato dal dipartimento Ambiente della Regione.
I rilievi furono effettuati fino a una profondità di circa 600 metri, nel corso di quattro diverse campagne, utilizzando le navi «Urania» e «Thetis» e la «research vessel Napoli»; e le ricerche si conclusero con la stesura di una cartografia, in cui furono evidenziate le cosiddette sette «macchie», a una profondità tra i 62e i 526 metri di profondità. E queste potrebbero essere le prove della presenza di queste navi cargo affondate.