Il CO2 secondo il «greenhouse gas standard»

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effetto serra
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Il progetto, che è stato lanciato nel corso del World Urban Forum di Rio de Janeiro, è frutto della collaborazione tra il Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), il Programma insediamenti umani (Un-Habitat) e la Banca mondiale

I nostrani sistemi di calcolo delle emissioni di gas serra, a quanto pare, potrebbero andare in pensione. A soppiantarli ci penserà il «greenhouse gas standard» lanciato dall’Onu, primo sistema globale di calcolo degli inquinanti prodotti in ogni centro o area urbana, da un settore specifico o a un dato momento.

La competizione tra le città sui livelli di gas serra, dunque, non solo si fa internazionale ma si giocherà anche sulle quantità pro capite di gas serra rilasciate, permettendo alle città di confrontare performance e differenze.

Il progetto, che è stato lanciato nel corso del World Urban Forum di Rio de Janeiro, è frutto della collaborazione tra il Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), il Programma insediamenti umani (Un-Habitat) e la Banca mondiale. Un protocollo comune nella lotta contro l’emergenza clima è, secondo l’Onu, un requisito essenziale per accedere a finanziamenti necessari per sostenere le politiche ambientali.
Secondo lo schema del «green house gas standard», le emissioni di gas serra di Torino sono di 9,7 tonnellate di CO2 pro capite, contro le 11,1 della provincia di Bologna e 4 della provincia di Napoli.
Per fare un raffronto, a livello internazionale troviamo la canadese Calgary che segna 17,7 milioni di tonnellate di CO2 pro capite, mentre Shanghai tocca 11,7 e Bangkok 10,6. New York arriva a 10,5 milioni di tonnellate di CO2 pro capite, Atene 10,4, mentre Londra tocca le 6,2. Seguono Parigi con 5, e Tokyo con 4,89; Barcellona, quasi come la nostrana provincia di Napoli, arriva a 4,2 e Oslo solo a 3,5.

Infine un’occhiata alle più inquinanti: Rotterdam, a quota 29,8 milioni di tonnellate di CO2 pro capite, e Denver (Usa), con 21,5 tonnellate.
«L’accordo di Copenhagen – ha detto Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Unep – per il quale si sono impegnati 110 Paesi, che rappresentano l’80% delle emissioni globali, è ancora a livello di “lavori in corso”. Nell’attesa che i maggiori produttori delle emissioni globali, sviluppino una qualche strategia, continuiamo a fare i conti alle emissioni, ora in questa nuova versione, sperando che le idee siano sempre più chiare e oltre alla compilazione dei dati venga fuori anche qualche soluzione.

(Fonte Lorena Cecchini, Ispra)