«No alla caccia nei parchi»

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Invito ai senatori a fermare il testo in discussione in questi giorni al Senato. La legislazione in vigore da vent’anni già garantisce gli interventi, laddove necessari, per il «controllo» della fauna

«Ai senatori chiediamo: giù i fucili dai parchi, dalla fauna, dai turisti. Fermate ogni possibile blitz contro i parchi italiani». È l’appello lanciato oggi da Animalisti italiani, Enpa, Lav e Lipu ai senatori della commissione Ambiente dove è in discussione la modifica della legge 394/91 sui parchi e le altre aree protette.

«Col favore del distratto mese di Agosto, la commissione Ambiente del Senato sta per modificare la legge nazionale numero 394/91 sui parchi, uno dei pilastri della legislazione ambientale italiana – spiegano le associazioni – fissando per domani il termine per la presentazione dei sub emendamenti agli emendamenti del relatore Orsi, già autore del celebre disegno di legge filovenatorio che tante polemiche ha scatenato».

«L’ambiguità del testo e degli emendamenti del senatore Orsi, sia in relazione agli aspetti di governance e gestione territoriale, sia per quanto riguarda la sconveniente materia dell’attività venatoria nei parchi e nelle aree contigue, suscita grandissima preoccupazione, aggravata dalla lunga serie di blitz precedenti che hanno reso la commissione Ambiente del Senato un luogo, purtroppo, di cui diffidare – aggiungono Animalisti italiani, Enpa, Lav e Lipu -. Particolare preoccupazione merita la vicenda dei tentativi, espliciti o indiretti, di aprire i parchi all’attività venatoria, sia sotto forma di caccia nelle aree contigue sia di controllo faunistico, le cui maglie rischiano di essere oggi clamorosamente allargate facendo ricorso ad attività di abbattimento piuttosto che, come dovrebbe essere, ai più avanzati metodi ecologici e di management ambientale».

La legislazione in vigore da vent’anni, appunto la 394/91, già garantisce gli interventi, laddove necessari, per il «controllo» della fauna. Se tali interventi non sono soddisfacenti, è forse perché troppo poco si è investito in prevenzione e sistemi ecologici. Gli enti parco dovrebbero invece avere la possibilità di cautelarsi dalle continue immissioni, nei territori esterni alle aree protette, di cinghiali e di tutti quegli altri infelici animali da carniere oggetto di ripopolamenti venatori, che diventano causa involontaria di problemi all’agricoltura e quindi l’occasione per introdurre i fucili nelle zone tutelate. È in questa direzione, cioè per l’abolizione dei ripopolamenti, che dovrebbero allora muoversi i legislatori.

«I Parchi italiani sono una delle riserva ultime della biodiversità italiana, il potenziale cuore dell’economia verde, il contatto ritrovato con l’ambiente per milioni e milioni di italiani che hanno diritto a natura, cultura, e sicurezza – aggiungono le associazioni -. Ci opporremo in tutti i modi a che il nostro bellissimo patrimonio nazionale divenga vittima di un nuovo assalto di caccia selvaggia, sebbene sotto mentite spoglie, con tutti i problemi che questo può causare alla fauna, agli escursionisti e a chi vuole vivere i parchi nella giusta serenità».

(Fonte Enpa)