«Il Sole sta emergendo da un “torpore” che durava ormai da circa 5-6 anni e sta diventando progressivamente più attivo; si cominciano a contare sempre più macchie e il massimo si raggiungerà solo alla metà del 2013»
In questi ultimi tre anni, il Sole sta passando da un periodo di minima attività verso uno di massima. Come conseguenza, alcuni scienziati suppongono che potremmo avere, oltre ai naturali ed eventuali danni alle comunicazioni dovuti all’aumentata attività solare, anche l’avvicinarsi di una nuova era glaciale. A dire questo è la sezione di geomagnetismo, aeronomia e geofisica ambientale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che a seguito di una costante attività di osservazione geomagnetiche e ionosferiche, ha raccolto una mole notevole di dati per lo studio della variabilità del Sole e per la valutazione di eventuali effetti connessi a tale variabilità sul sistema Terra, in particolare, nella media ed alta atmosfera. Lo studio viene condotto con il telerilevamento a microonde da stazioni a terra, che analizza la variabilità dell’ozono nella media ed alta atmosfera in relazione alla variabilità solare, sia questa radioattiva che corpuscolare.
Antonio Meloni, dirigente di ricerca dell’Ingv, afferma che: «Il Sole, oltre a emettere radiazione elettromagnetica, emette anche particelle cariche, protoni e elettroni, che a seconda della loro energia raggiungono la Terra in vari intervalli di tempo. Queste particelle interagendo con il campo magnetico terrestre formano la magnetosfera, ossia quella regione di spazio in cui il campo magnetico riesce a “intrappolare” grandi quantità di particelle cariche provocando fenomeni sia evidenziati sostanzialmente dalle tempeste magnetiche e ionosferiche sia altre naturali manifestazioni di grande spettacolarità come le aurore boreali. Tutti questi fenomeni hanno una notevole influenza sulle attività umane ma, relativamente ai cambiamenti climatici, soltanto effetti a lungo termine, potrebbero indicare se siamo in presenza di fenomeni direttamente dipendenti dalla variabilità del Sole».
Pare però, e questa è opinione della maggioranza degli specialisti di settore, che il ruolo dell’attività solare nel controllare il clima sia contenuto e comunque significativo solo sulla scala delle decine di anni o secoli, quando si verifica, ad esempio, che, per diversi cicli solari, il numero delle macchie rimane costantemente basso.
Quindi, alla luce di questo, il dott. Meloni, continuando enuncia: «Il Sole sta emergendo da un “torpore” che durava ormai da circa 5-6 anni e sta diventando progressivamente più attivo; si cominciano a contare sempre più macchie e il massimo si raggiungerà solo alla metà del 2013. Nei prossimi due anni quindi assisteremo a un aumento delle tempeste magnetiche e ionosferiche ma senza effetti significativi sulla nostra vita di ogni giorno».
In definitiva, questi cambianti non produrranno modifiche rilevanti sul clima che, nel breve termine e fino alla fine del ciclo solare in corso, ossia, fino al 2020, non verrà influenzato, in maniera significativa, dall’attività del Sole. Gli studiosi affermano che di rilevante importanza sarà, invece, continuare a monitorare il contributo naturale all’immissione in atmosfera di gas serra come quelli causati dalle grandi esplosioni ed eruzioni vulcaniche e naturalmente agire concretamente, e questo è un impegno non solo del mondo scientifico disposto a monitorare situazioni di varia natura e a ricercare metodi e misure che diano risposte concrete a comportamenti di uso comune bensì di tutti gli attori coinvolti nel sistema sociale dal cittadino alla pubblica amministrazione, dalle aziende, cuore pulsante dell’economia dei Paesi, alla classe politica, che legifera per il bene di tutti, in modo da produrre una quantità sempre minore di gas serra derivanti da attività umane.