La primavera 2011 è stata la decima più calda primavera dal 1880

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Se si considerano separatamente i continenti dagli oceani, si osserva che il riscaldamento dei continenti si pone al decimo posto in linea con quello globale, mentre il riscaldamento degli oceani risulta inferiore ponendosi all’undicesimo posto, sempre dal 1880

Sulla base dei dati rilevati dal sistema Gcos di osservazioni globali del clima (di cui fa parte anche la stazione Enea di Lampedusa), la Noaa, l’Ente nazionale Usa per l’atmosfera e gli oceani, nel suo consueto bollettino di analisi dell’andamento del clima globale, ha riportato i seguenti risultati.

La primavera 2011 è stata, a livello globale, la decima più calda primavera dal 1880, con un’anomalia rispetto alla media del ventesimo secolo, di +0,53°C. Se si considerano separatamente i continenti dagli oceani, si osserva che il riscaldamento dei continenti si pone al decimo posto (anomalia +0,90°C) in linea con quello globale, mentre il riscaldamento degli oceani (anomalia +0,39) risulta inferiore ponendosi all’undicesimo posto, sempre dal 1880. Il mese di maggio 2011, a livello globale, rispecchia gli stessi andamenti della primavera (decimo posto dal 1880) ma con un riscaldamento dei continenti maggiore (settimo posto).

Se si disaggregano ulteriormente i dati, si osserva che la primavera del 2011 è stata più calda sui continenti che sugli oceani nell’emisfero nord, e viceversa più calda sugli oceani e più fredda sui continenti dell’emisfero sud. Analizzando, poi, le aree geografiche si osserva che sono state più calde del normale rispetto alla media standard di riferimento (1961-1990):

  • la Siberia, la parte più settentrionale della Russia, parte della Finlandia e parte dell’Alaska, con un’anomalia superiore a +4°C;

  • l’Alaska, il Messico e gli Usa sud occidentali, parte dell’Asia centrale e gran parte dell’Europa centro occidentale compresa l’Italia settentrionale, con un’anomalia fino a +4°C al di sopra della media di riferimento.

Viceversa, sono state più fredde del normale, rispetto alla media standard di riferimento (1961-1990), gli Usa nord occidentali e gran parte del Canada, il sud est asiatico e gran parte dell’Australia, con un’anomalia negativa fino a -3°C al di sotto della norma.

Per quanto riguarda le precipitazioni, la primavera 2011 è stata particolarmente piovosa negli Usa (colpiti da inondazioni del fiume Missouri), in Brasile colpito da alluvioni e in tutto il Sud America (esclusa Argentina e Cile), nella penisola indocinese e nelle Filippine (colpite anche da un tifone) e in parte dell’Australia settentrionale.

Condizioni di siccità più o meno prolungata si sono verificate in Alaska, parte del Canada e del Messico (colpito da incendi devastanti), in Argentina, nella Cina centro meridionale e nelle isole del Pacifico intertropicale.

Va rilevato, inoltre, che nella primavera del 2011 si è verificato un numero record di tornado in Usa: oltre 1400 di cui 525 distruttivi, con il numero più alto di morti dal 1950 e tra i primi sette anni con più alto numero di morti da tornado a partire dal 1875, cioè nell’intera storia documentata dei tornado americani.

Per quanto riguarda l’Europa, la parte più settentrionale dell’Europa è stata molto più piovosa del normale, mentre nell’Europa centrale e centro occidentale, compresa l’Italia settentrionale, si sono verificate condizioni di siccità o di scarsa piovosità.

Il fenomeno di «La Niña», che è stato particolarmente intenso tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, si è completamente esaurito nel mese di maggio e non si prevede l’inizio di alcun fenomeno di tipo «Il Niño» o «La Niña» nei prossimi mesi.

L’estensione dei ghiacci polari artici è stata di circa il 5,7% al di sotto della media osservata in maggio negli ultimi 33 anni (le osservazioni sono iniziate nel 1979), mentre in Antartico l’estensione dei ghiacci è stata di quasi 1,2% al di sopra della media di maggio.

Infine, l’andamento del clima globale nei primi cinque mesi del 2011, pone tendenzialmente quest’anno al dodicesimo posto nella scala degli anni più caldi dal 1880.

Scala delle primavere più calde dal 1880:

1) 2010

2) 2005

3) 1998

4) 2007

5) 2002

6) 2001

7) 2004

8) 2003

9) 2000

10) 2011

(Fonte Eai, Enea)