«Superficiale» la gestione degli orsi in Trentino

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«Una situazione inaccettabile che, se non sarà risolta al più presto con un piano di tutela, sarà portato all’attenzione dell’Europa»

«Non è accettabile una gestione così superficiale degli orsi in Trentino, specie particolarmente protetta dalle direttive europee e dalla legge nazionale: se le istituzioni non sono in grado di garantire il benessere di questi splendidi animali, rispondendo con catture e reclusioni a presunti ed infondati allarmi, significa che evidentemente non sono in grado di occuparsi della materia». Questo è il commento della protezione animali in merito a quello che sta accadendo in Trentino, dove è stato catturato anche il probabile figlio dell’orsa Dj3, già reclusa al Casteller.

«Prima l’orsa Dj3, come Jurka, è stata catturata e reclusa senza neanche accertare che non avesse figli. Poi si “scopre” un cucciolo in evidente stato di difficoltà, probabile figlio di Dj3, così per “salvarlo” si reclude anche lui al Casteller. Tutto questo è veramente inaccettabile», prosegue l’Enpa, secondo cui l’impressione è che si operi spinti non da reali necessità ed urgenze, ma per far tacere, e acquistare consensi, da quella parte di popolazione che ancor oggi reputa questi animali pericolosi e che non li vuole nel proprio territorio. A rimetterci, purtroppo, sono gli animali.

Oltretutto, quando si è intervenuto, lo si è fatto non solo in assenza di una reale urgenza, ma con una preoccupante superficialità, senza aver studiato altre soluzioni che non comportassero cattura e imprigionamento degli animali. «La privazione della libertà – aggiunge l’Enpa – la reclusione in 8.000 mq di due orsi (uno spazio piccolissimo) è da considerarsi un vero e proprio maltrattamento».

«È ora che il ministero dell’Ambiente intervenga, non solo per chiarire la sorte di Dj3 con il suo cucciolo, ma anche per promuovere con gli stati confinanti politiche di gestione degli orsi. Ricordiamo che oltre agli orsi imprigionati, altri due esemplari del Trentino, Bruno e Jj3, sono stati uccisi in Germania e in Svizzera solamente perché avevano “sconfinato”: una situazione inaccettabile che, se non sarà risolta al più presto con un piano di tutela, sarà portato all’attenzione dell’Europa».

(Fonte Enpa, Ente nazionale protezione animali)