Chi ha paura della Fusione fredda?

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Una significativa crescita delle nostre visite sta premiando principalmente l’informazione scientifica di frontiera che cerchiamo di dare sia pure fra mille difficoltà. Il caso della Fusione fredda inspiegabilmente ignorata dai grandi media

L’odissea nucleare giapponese ha messo in crisi tutte le certezze tecnologiche della società moderna. Ma soprattutto ha radicalizzato il dibattito fra quanti credono nella superiorità dell’uomo e quindi della tecnologia e quanti cercano di realizzare un modello di vita compatibile con le incertezze della natura e il tentativo di vivere in armonia con l’ambiente.

In quei giorni «caldi» abbiamo pubblicato la notizia che ad ottobre sarà presentato il primo reattore nucleare da un Mega watt, a fusione fredda.

Dopo l’esperimento presentato a Bologna di Focardi e Rossi si sono riaccese le speranze per questa fonte di energia innocua ed infinita, per la cui ricerca hanno lavorato in silenzio vari scienziati, fra mille difficoltà e inseguiti dallo scetticismo. Il la sulle possibilità operative di questo tipo di energia fu dato dall’annuncio di Fleischmann e Pons nel 1989, da noi ci fu, a livello teorico il grande contributo del fisico italiano Giuliano Preparata e di Emilio del Giudice.

Questa storia di ricerca di frontiera è stata magistralmente ricordata, sempre attraverso il nostro portale, da Giovanni degli Antoni e successivamente ripresa in un articolo in inglese da Giovanni degli Antoni e Vincenzo Valenzi.

Che non sia proprio una ricerca da piccolo chimico o da scienziato pazzo, lo dimostra il fatto che se ne occupò anche Enzo Tiezzi, per non parlare dello storico esperimento del giapponese Arata Yashiaki e se ne è parlato anche nel 2009 in un convegno organizzato dall’Enea.

Ebbene, nonostante una ricerca di tutto rispetto e l’attualità dell’argomento, i media più importanti sembra non se ne siano accorti, tranne rarissime e stringate informazioni.

La galassia della informazione rappresenta il subconscio della società. Dovrebbe essere la voce di tutti, di quelli che non hanno voce (come spesso i direttori dicono al momento dell’insediamento), un po’ come quando una persona eletta, dopo una dura battaglia politica, dice: sarò il presidente di tutti. Niente di più falso, perché poi bisogna fare i conti con il subconscio.

E dal subconscio emerge così tutto un mondo fatto di mancanza di professionalità, di interessi, di riserve mentali, di ricerca di scoop, di gridare la notizia… Come per i politici l’interesse di una battaglia è direttamente proporzionale ai voti che può procurare. Un mondo povero dove la ricerca di una crescita collettiva, quel famoso spirito di conoscenza che è la molla del nostro essere uomini e la sostanza del progresso, manca completamente.

È evidente che così non si va da nessuna parte. Ma l’uomo non è assente in tutto questo. Ci sono valori che emergono dalle sabbie mobili e dalle paludi dove gli interessi cercano di tenerli segregati. E quanto sta avvenendo in Nord Africa è la prova più eloquente.

E che questa realtà sia presente anche da noi lo dimostrano le visite che questi argomenti stanno avendo nel nostro portale. Un autentico boom.

La notizia dell’annuncio dell’esperimento ad ottobre, ha avuto fino ad ora 4200 visite e continua a crescere e ad essere ripreso da altri siti e da blog, la versione in inglese, inserita on line da qualche giorno, ha avuto 550 visite, la storia della Fusione fredda, fatta da Degli Antoni ne ha avute 2900… sono numeri pesanti se si considera che noi non siamo un portale generalista, con un numero di visitatori di «passaggio», ma di nicchia, specializzato.

Tutto questo vuol dire che c’è un interesse che sfugge ai blasonati media, come purtroppo sfuggono tante altre cose. Questo vuol dire che esiste una realtà che sta mutando con una rapidità maggiore di quanto noi possiamo comprendere e interpretare. La Rete sta insegnando che è lei il nuovo punto di riferimento. Il «luogo» dove informarsi e confrontarsi. Possiamo snobbarla, cercare di lasciarla al guado ma è solo questione di tempo. La freccia dell’evoluzione dell’umanità non potrà essere fermata.