In tempi di crisi si cerca in tutti i modi di ridurre il deficit pubblico e la trovata, forse discutibile, dei nostri vicini europei è in linea con la politica intrapresa dalla Francia. Una gabella anti-Nutella, si spera anche anti-deficit e per la precisione una supertassa sull’olio di palma, contenuto in tanti altri prodotti alimentari, come patatine fritte, gelato e maionese
La Nutella, da sempre fonte di liberazione, perdizione e godimento, da oggi farà i conti con i francesi. Il partito di Hollande conferma la svolta salutista e vara la «tassa Nutella».
In tempi di crisi si cerca in tutti i modi di ridurre il deficit pubblico e la trovata, forse discutibile, dei nostri vicini europei è in linea con la politica intrapresa dalla Francia. Una gabella anti-Nutella, si spera anche anti-deficit e per la precisione una supertassa sull’olio di palma, contenuto in tanti altri prodotti alimentari, come patatine fritte, gelato e maionese.
L’emendamento, approvato recentemente dalla commissione Affari sociali del Senato, moltiplicherà per quattro volte, circa il 300% in più, l’imposta già esistente sul prodotto e verrà discusso in aula a partire dal 12 di novembre, tappa importantissima per riportare il deficit pubblico dai 19,3 miliardi di euro del 2012 ai 13,9, obiettivo per l’anno prossimo. La misura, appoggiata dalla sinistra al potere, ha forti chance di passare, dato che i socialisti dispongono da soli della maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale.
Insomma, «visto che bisogna fare cassa meglio farla imbracciando una rotta salutista», è il motto del Partito socialista francese di François Hollande.
La tassa attuale sull’olio di palma è di 98,74 euro la tonnellata. Dopo il provvedimento si potrebbe arrivare a 300 euro per tonnellata. In questo modo lo Stato francese dovrebbe incassare ogni anno 40 milioni di euro in più.
L’idea arriva dopo la stangata sulle bibite zuccherate, Coca Cola in primis, varata alla fine del 2011 e dopo i nuovi balzelli che entreranno in vigore con la prossima legge di finanziamento della previdenza sociale, che farà lievitare le imposte sulla birra e sulle bevande energizzanti.
«Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema – ha ultimamente affermato Jerome Cahuzac, ministro del Bilancio – è tempo che i consumatori se ne rendano conto».
«La sovrattassa sull’olio di palma è un segnale alle industrie agroalimentari, perché sostituiscano questo ingrediente con altre sostanze meno dannose. È usato molto, perché costa poco, ma è troppo ricco di grassi saturi che sono nocivi per la salute», ha aggiunto Yves Daudigny, il relatore in commissione.
Tuttavia, non tutti sembrano essere d’accordo con la pensata del Presidente della Repubblica. Si oppongono alcuni esponenti della destra, ma anche il Partito comunista. «L’olio di palma è utilizzato in tanti alimenti a buon mercato, particolarmente gettonati in periodi di crisi come quello attuale. Alla fine si tassano sempre le classi popolari», ha detto la senatrice comunista Annie David.
Tale proposta potrebbe sembrare, forse, poca cosa, ma in realtà non lo è. Si comincia con la tassa sulla Nutella per poi passare a qualcosa di sempre più consistente e che potrebbe riguardare non solo l’ambito alimentare. Insomma, ci si appella ancora una volta alla salute e all’ecologia, ma ancora una volta parliamo dell’iniziativa di un paese che non è l’Italia.