Dobbiamo prenderne atto e sui libri scolastici che parlano di geografia e climatologia cancellare la voce stagioni e inserire quella delle manifestazioni atmosferiche violente che si generano ormai ogni inizio e fine autunno soprattutto tra la Liguria e il Tirreno centrale, e qualche volta sul Triveneto
Analisi sulla settimana appena trascorsa. Dal punto di vista meteo è accaduto di tutto, soprattutto dove meno ci si aspettava accadesse. Le previsioni della forte perturbazione atlantica in arrivo sull’Italia aveva allertato meteorologi, climatologi e fisici dell’atmosfera già da venerdì 9. Si era temuto che lo scontro tra l’aria atlantica più fresca e quella calda mediterranea determinasse piogge tipo monsoniche tra Genova e la Versilia. In effetti piogge e allagamenti hanno interessato la Liguria tra Genova e La Spezia e in Toscana la furia degli elementi si è poi registrata nel comprensorio di Massa Carrara. Tutto sommato però, stando alle previsioni precedenti, il fenomeno era passato senza creare situazioni drammatiche, le stesse che lo scorso anno avevano interessato le Cinque Terre. Gli esperti meteo e i dirigenti della protezione civile avevano così tirato un sospiro di sollievo e fatto un sorriso. Ma tale sorriso è durato poco, qualcosa non stava andando come doveva. Cosa stava accadendo?
La perturbazione atlantica domenica notte e tutto lunedì veniva potenziata dall’umidità e dal calore del Tirreno ed in più rallentava. Non scivolava via come era stato previsto, si attardava su Toscana meridionale, Umbria e Lazio settentrionale. Così com’era carica di umidità scaricava vere e proprie bombe d’acqua causando nubifragi a ripetizione in queste zone. Fiumi ingrossati all’inverosimile, esondazioni, smottamenti, ponti crollati, case finite sott’acqua da Albinia a Montalto e purtroppo 6 vittime. Un disastro che si temeva al nord e che invece si è manifestato al centro Italia.
Se vediamo la situazione delle catastrofi climatiche dal 1980 ad oggi dobbiamo registrare un crescendo pauroso.
Prima eventi del genere accadevano ogni tre o quattro anni, ormai dal 2002 notiamo che tali fenomeni sono invece annuali, non più episodici, ma di routine, anzi a volte capitano anche due o tre volte l’anno. Dobbiamo quindi prenderne atto e sui libri scolastici che parlano di geografia e climatologia cancellare la voce stagioni e inserire quella delle manifestazioni atmosferiche violente che si generano ormai ogni inizio e fine autunno soprattutto tra la Liguria e il Tirreno centrale, e qualche volta sul Triveneto. Quindi addio per sempre alle vecchie e amate stagioni! Ma ora vediamo che sorprese ci nasconde la prossima settimana.
Le previsioni
Qualche pioggia ancora al sud e al centro fino a martedì, poi dovrebbe esserci una certa tregua. Per una stagnazione di bassa pressione sul Tirreno meridionale invece piogge e temporali sono previsti sulle due principali isole sui settori orientali e meridionali. Le temperature in genere saranno leggermente sopra la media stagionale. A metà settimana di nuovo altri veloci fronti instabili provenienti dall’Atlantico. Cielo a tratti coperto con piogge, ma non più «monsoniche» sulle regioni nord occidentali e poi su quelle orientali. Più piogge verso giovedì sul versante dell’alto e medio Adriatico.
Sul continente europeo continuerà a stagnare una complessa area depressionaria e ciò determinerà anche nel Mediterraneo centro settentrionale una certa instabilità. I mari resteranno ancora da mossi a localmente molto mossi. Le nebbie purtroppo faranno la loro comparsa a partire già da domenica al nord e al centro. Le temperature inizialmente superiori alla media stagionale, tenderanno a livellarsi. Per la prossima settimana è prevista l’arrivo di aria polare, ma di questo ne parleremo la prossima settimana.