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In Giappone, gli interventi che stanno mettendo in atto i tecnici per controllare i reattori delle centrali nucleari, sembra non stiano dando buoni risultati tanto che il livello di contaminazione sta aumentando. E le autorità giapponesi ora ammettono: l’incidente ai reattori 2 e 3 dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi è di categoria 5 su 7 (scala Ines), mentre per le altre unità può essere catalogato come di categoria 3.
Si stanno muovendo esperti di tutto il mondo ed ora si parla anche di coprire col cemento il reattore o i reattori. Un’idea che richiama alla mente il sarcofago di Cernobyl, a dispetto delle assicurazioni che dicevano che non sarà un’altra Cernobyl, perché il caso è differente, bla, bla, bla. Il che la dice lunga sulla serietà di taluni esperti e sul diritto dei cittadini ad essere informati.
Così, mentre i vari stati moltiplicano gli appelli ai loro cittadini per lasciare il Giappone, si cominciano a verificare le conseguenze di una possibile contaminazione in seguito a rilascio di inquinamento radioattivo in atmosfera.
Per evitare dannosi allarmismi, pubblichiamo di seguito l’andamento sulla circolazione atmosferica ed il trasporto di inquinanti alle grandi distanze che ci ha fornito un esperto.
Traiettoria della eventuale nube radioattiva che parte dal Giappone
Nel caso in cui vi fosse un rilevante rilascio di contaminanti radioattivi nell’atmosfera tale da raggiungere le quote dove le correnti aeree viaggiano libere da effetti locali (effetti orografici, effetti di attrito e di turbolenza, effetti temici di circolazione locale, ecc.), l’eventuale nube radioattiva che parte dal Giappone viaggia da ovest verso est inserita nelle grandi correnti atmosferiche e seguendo le più o meno ampie oscillazioni ondulatorie delle correnti stesse. È impossibile che tale nube possa viaggiare da est verso ovest. Pertanto la eventuale nube potrebbe arriva in Europa provenendo dall’Atlantico dopo aver attraversato l’oceano Pacifico e il continente nord americano.
Perché nel caso di Cernobyl la nube veniva da nord est?
Durante l’evento di Cernobyl le correnti occidentali in quota avevano sull’Europa una ondulazione molto ampia in senso meridiano che aveva dato luogo negli strati più bassi dell’atmosfera ad area anticiclonica sul nord Europa (rotazione antioraria) e un’area ciclonica sul Mediterraneo centro orientale (rotazione antioraria). Questa configurazione rimase piuttosto persistente a causa del forte scontro tra aria fredda proveniente dall’Artico e aria caldo umida proveniente dal Mediterraneo (tanto da poter essere definita una situazione di blocco).
La nube di Cernobyl si era inserita nel mezzo di questa configurazione tra l’area anticiclonica a nord e l’area ciclonica a sud assumendo quindi un percorso da nord est a sud ovest. A livello del suolo questa condizione delle correnti aeree era ulteriormente favorita da fattori orografici di incanalamento del vento ed in particolare dall’orografia delle Alpi, dai rilievi della Transilvania e dell’Anatolia. La distanza dell’Italia dall’Ucraina non era così rilevante da poter sfuggire a questa configurazione barica. Ma questa era un configurazione barica che ha interessato l’Europa causata da una ondulazione più ampia delle correnti occidentali. Una configurazione che non smentisce, anzi conferma le correnti occidentali che ne sono state la causa.
Può la nube proveniente dal Giappone assumere una direzione da nord est o da est, verso sud ovest o verso ovest?
Sì, ma su un percorso limitato ad un migliaio di km. Per la Corea e la Cina settentrionale potrebbe essere un caso analogo a quello dell’Italia e dell’Europa centrale rispetto a Cernobyl. Se, infatti, dovessero formarsi configurazioni bariche accoppiate costituite da un’area anticiclonica a nord del Giappone e un’area cilclonica a sud del Giappone le correnti atmosferiche nei bassi strati potrebbero portare i contaminanti radioattivi sulle prospicienti coste asiatiche pur essendo collocate a ovest del Giappone e non ad est.
Ma queste configurazioni bariche, che avvengono a scala limitata, sono prodotte dell’amplificazione di una delle onde delle correnti occidentali che, però, tali restano nel loro interminabile movimento da ovest ad est. Se sulle brevi distanze possono sussistere movimenti da est verso ovest, sulle lunghe distanze tali movimenti sono impossibili. La velocità di rotazione terrestre e la forza di Coriolis lo impediscono.