«Mai cessare di essere scienziati»

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terremoto aquila
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I dati disponibili mettono in luce che mentre da una parte i membri della commissione hanno ammesso che è priva di fondamento scientifico sia la previsione di un forte sisma sia la previsione che non vi sarà un forte sisma, dall’altra parte sono venuti meno a tale condivisibile posizione per lanciare il messaggio che non era previsto un forte sisma

Il rischio sismico in Italia può essere considerato endemico e a riprova vi sono le continue piccole scosse che lo investono. E, per contro, esiste una atavica trascuratezza nella prevenzione che di tanto in tanto si cerca di scalfire. La recente risoluzione in Commissione Ambiente affronta il tema della messa in sicurezza delle scuole mentre da tempo i vari enti preposti, sciorinano dati e percentuali sullo stato degli edifici scolastici.
In questo campo, scalpore ha destato la sentenza dell’Aquila mettendo in agitazione il mondo scientifico. Su questo tema, Antonello Fiore, ha ascoltato il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia.

Cosa si aspettano i cittadini dal mondo accademico che applica i risultati migliori delle ricerche scientifiche e tecnologiche nell’interesse della pubblica e privata incolumità? Quale azione di filtro la politica può svolgere nel collegamento tra le analisi oggettive della scienza e le decisioni politiche nei contenuti delle comunicazioni?
Una parte minoritaria dei cittadini, fino ad ora, si aspetta che i ricercatori siano al servizio dei cittadini e lavorino nell’interesse della pubblica e privata incolumità. La maggioranza è più predisposta ad accettare come buone le interviste fatte a ricercatori «di comodo» che per interessi di parte non rivelano tutte le implicazioni connesse alle decisioni degli amministratori. Di Amministratori al servizio di tutti i cittadini se ne vedono pochi. La maggior parte è al servizio di «chi può» all’interno e all’esterno delle istituzioni.

Partendo dalla recente condanna in primo grado, inflitta dal Tribunale de L’Aquila a tutti e sette i membri della Commissione grandi rischi in carica nel 2009, per i reati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, dalla reazione di parte del mondo accademico nazionale e internazionale e dall’analisi dei verbali ufficiali, cerchiamo di comprendere con il suo aiuto, quali garanzie hanno le popolazioni nella reale difesa dai grandi rischi. Le fasi decisionali politiche sono sempre supportate da esperiti che esprimono liberamente pareri tecnici oggettivi con scienza e coscienza?
Suggerisco di leggere il verbale scritto dopo la famosa riunione una settimana prima del sisma! Troverete le varie dichiarazioni da me commentate nella mia nota. Dopo si può valutare se le premesse improntate a dati scientifici [non si può prevedere se vi sarà o no un forte sisma, vi erano già danni agli edifici, l’accelerazione registrata superava quella prevista dalle norme della prima categoria (e l’Aquila era in media sismicità) nonostante i sismi di bassa magnitudo fino ad allora verificatisi…] hanno avuto una coerente conclusione!
È evidente che le conclusioni della Commissione furono sbilanciate verso una possibilità (non ci sarà un forte terremoto) che, purtroppo, fu quella sbagliata.
I dati disponibili mettono in luce che mentre da una parte i membri della commissione hanno ammesso che è priva di fondamento scientifico sia la previsione di un forte sisma sia la previsione che non vi sarà un forte sisma, dall’altra parte sono venuti meno a tale condivisibile posizione per lanciare il messaggio che non era previsto un forte sisma.
Per uomini di scienza, come gli esperti della Commissione grandi rischi, è strano che abbiano concluso la riunione con una posizione non collegata logicamente alle conoscenze scientifiche.
La legge istitutiva della Commissione garantisce l’indipendenza ai membri della commissione; anche i cittadini pretendono che i pareri circa la loro sicurezza siano forniti da persone preparate, in grado di comprendere in tempo reale i fenomeni in atto e di assumere in tempo reale decisioni serene e coerenti con le conoscenze scientifiche.
A valle delle decisioni della commissione devono poi essere assunte altre decisioni dai responsabili della Protezione civile e della sicurezza dei cittadini.
I membri della Commissione non devono mai cessare di essere scienziati, altrimenti non sarebbero più i garanti della sicurezza dei cittadini.
Se il prof. Maiani e gli altri componenti della Commissione Grandi Rischi attuale improvvisamente non si sono più sentiti all’altezza o in grado di essere scienziati garanti dei cittadini hanno deciso in piena libertà di dimettersi! Ma perché hanno accettato l’incarico?
Leggendo il verbale potrete valutare serenamente se sembrano conclusioni da scienziati quelle che hanno fornito!
Se i membri della commissione grandi rischi non se la sentono di fornire liberamente consulenze in situazioni di emergenza è meglio che stiano a casa, per il bene dei cittadini! Evitando di sollevare polveroni «catastrofisti» che sanno tanto di copertura della non adeguatezza della «casta» ai compiti previsti per legge per i membri della Commissione grandi rischi! In Italia non mancano persone responsabili e competenti; forse non godono delle simpatie della «casta»?

Cosa ne pensa della sentenza di condanna in primo grado ai sette componenti la Commissione grandi rischi?
A me importa che scienziati ed esperti che ricoprono, senza essere obbligati, incarichi di elevata responsabilità, perché nominati da Amministratori di Pubbliche istituzioni o in qualche modo cooptati, agiscano sempre ispirandosi strettamente a quanto la più avanzata scienza e tecnica mette a disposizione. Sempre! Per l’interesse di tutti i cittadini!
Propongo di tenere separato il verbale (redatto dopo la riunione fatta una settimana prima del sisma dell’Aquila, analizzando quanto in esso contenuto al fine di valutarne il contenuto su basi tecniche e scientifiche esclusivamente) dalla requisitoria scritta del Pubblico ministero. Quanto è disceso dalla requisitoria, la condanna, sarà riconsiderato nei successivi processi e probabilmente modificato. Quello che rimane è il verbale!
A mio avviso coloro che condividono questo verbale non possono ricoprire «incarichi di elevata responsabilità». E non è «decoroso» che si diffondano ad arte notizie non veritiere circa i motivi della condanna.