«Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche caso isolato il degrado delle periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, i tagli alla cultura e alla scuola rubano bellezza»
Legambiente punta sulla bellezza. L’associazione ambientalista ha proprio in questi giorni lanciato una proposta di legge per valorizzare il paesaggio e tutelare l’ambiente, all’insegna della rigenerazione urbana e della lotta all’abusivismo.
Il decreto rappresenta una novità importante per fermare la feroce aggressione al nostro territorio, che, ormai, dura già da parecchi anni.
Si cerca di dare valore, quindi, ad un elemento centrale dell’identità del nostro Paese, in questi ultimi anni forse un po’ trascurato e che, invece, potrebbe rivelarsi una formidabile arma per aumentare l’appeal e la diffusione del made in Italy.
Il provvedimento è agevolmente consultabile anche online e sta già raccogliendo un alto numero di adesioni.
Tanto per incominciare suggerisce diversi concorsi di progettazione e bandi di idee biennali cui destinare un budget di 10 milioni di euro.
Ogni anno verrà anche preparato dal ministero dei Beni culturali un programma nazionale di conservazione e restauro del patrimonio storico, artistico e architettonico.
Poi non saranno più consentite costruzioni sulle aree costiere fino a 1.000 metri dalla battigia e, inoltre, verrà istituito, presso l’Istat, il Registro nazionale del consumo di suolo.
Le opere abusive che non possono essere sanate e che il responsabile non provvede ad abbattere entro 45 giorni dall’ingiunzione, saranno acquisite dallo Stato fino alla demolizione e al ripristino ambientale delle aree.
Se l’opera abusiva risulta adibita ad unica abitazione, anche di fatto, del nucleo familiare dell’autore dell’abuso edilizio, il Prefetto potrà sospendere la demolizione per un tempo da tre a dodici mesi e ammettere l’utilizzo temporaneo e a pagamento dell’abitazione.
Inoltre, per l’approvazione delle nuove infrastrutture di interesse nazionale realizzate da enti pubblici, concessionarie o società private, il ddl introduce la procedura del Dibattito pubblico che garantisce, prima della decisione finale, la corretta informazione di tutti i soggetti interessati e la considerazione delle osservazioni emerse.
«Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche caso isolato – spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – il degrado delle periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, i tagli alla cultura e alla scuola rubano bellezza. Con questa proposta chiediamo ai candidati al Parlamento e ai sindaci di invertire il trend devastante promuovendo uno sviluppo economico che faccia leva sulla difesa del bello».
La bellezza rappresenta la ricetta di ogni crescita e si spera che le istituzioni, amministrazione, Parlamento e Governo, facciano proprie le idee dell’associazione.