Qualità dell’aria – Rivoluzione in Francia

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Il ministero dell’Ambiente, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia francese ha presentato un documento operativo articolato in 38 misure-chiave puntando su cinque priorità: dalla mobilità al riscaldamento, dai veicoli elettrici all’informazione dei cittadini

Secondo un rapporto redatto nel 2011, i francesi che vivono in aree dove i valori limite annuali fissati per il PM10 sono frequentemente superati sono circa 12 milioni.
Delphine Batho, ministro dell’Ecologia, Sviluppo Sostenibile ed Energia, ha presentato il 6 febbraio scorso, un piano di azione per affrontare questo grave problema di salute pubblica, tenendo conto anche delle indicazioni e degli obiettivi fissati dalla Unione europea.
In questo senso è da sottolineare come sia proprio il diritto europeo sulla concorrenza, rivisitato alla luce della crisi economica, ad invitare gli Stati membri a riprendere in mano il bandolo di un intervento pubblico coerente e programmato.

Nell’ambito delle leggi Grenelle, ambiziosi piani sono stati messi in atto a livello nazionale e locale, tramite accordi e convenzioni (Grenelle, nel linguaggio mediatico resta infatti il nome simbolo di una strada di Parigi, dove nel maggio del 1968 si conclusero gli accordi tra il Governo e le parti sociali, in funzione di un tema di pubblico generale interesse sul quale prendere una decisione unitaria) e ricorrendo anche alla scelta costituzionale di una Legge quadro (la Legge «Grenelle I») che indirizza le risorse pubbliche e private dei prossimi anni verso obiettivi di politica ambientale ed economica indicati negli accordi, largamente partecipati e condivisi dalle parti sociali.

L’esperienza di programmazione non è certamente nuova; la concertazione con le parti sociali è largamente usata anche in Italia, l’idea che il Pil non sia l’unico indicatore della qualità della vita è largamente condivisa sia a livello di studiosi sia di operatori economici. Quello che cambia, nell’esperienza francese, è il collegamento sistematico e legislativo tra le scelte di pianificazione e gli stanziamenti decisi a supporto dell’azione amministrativa: approvato un piano, valutati gli impatti diretti ed indiretti, si stanziano, in un unico contesto, le risorse necessarie per attuarlo.
Lo sviluppo dei Ppp ha portato a un’ampia consultazione con tutte le parti interessate (compresi i professionisti del trasporto, associazioni di categoria e la protezione ambientale).

Il precedente governo aveva proposto di includere le città che avevano manifestato il loro interesse (Nizza, Parigi, Saint-Denis, Lione, Grenoble, Bordeaux, Clermont-Ferrand, Aix-en-Provence) in specifiche aree esperimento di azioni prioritarie per l’aria (Zapa).
Questa soluzione prevedeva essenzialmente di limitare l’accesso al centro della città per alcuni veicoli inquinanti. In pratica, si minacciava di toccare il francese in particolare i meno abbienti, che vivono lontano dai centri e non in grado di cambiare la loro vecchia auto per acquistare una più nuova e meno inquinante.
Delphine Batho ha contestato tale impostazione, considerandola socialmente ingiusta ed ecologicamente inefficiente. Per andare avanti su questa importante questione, il ministero degli Interni, il ministero dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia e i ministeri dei Trasporti, della Marina Mercantile e della Pesca hanno costituito un Comitato interministeriale per la qualità dell’aria (Icao).

L’Icao ha lavorato da settembre per sviluppare, in collaborazione con gli enti locali interessati, le soluzioni pratiche e sostenibili per migliorare la qualità dell’aria in particolare nel settore dei trasporti, in relazione allo sviluppo dei piani di protezione l’atmosfera (Ppp).
Riorientare i comportamenti virtuosi degli abitanti delle città più inquinate verso una maggiore efficienza, la sostenibilità e la giustizia sociale richiede, in particolare, un vero e proprio ribaltamento di prospettiva riguardo alla gestione dei trasporti e della politica energetica, più in generale alla politica della mobilità, oltre che una vera e propria politica per ripensare i mezzi esistenti di trasporto, politiche di mobilità e dei mezzi di riscaldamento. Si sta impegnando un approccio più olistico e strutturale.

L’Icao, ha perciò deciso, in data 6 febbraio 2013 di varare il piano di azione per la qualità dell’aria che è articolato in 38 provvedimenti operativi, basati sui fondamentali:
Priorità 1: Promuovere lo sviluppo di tutte le forme di trasporto e mobilità, con l’introduzione di incentivi governativi;
Priorità 2: Regolare il flusso dei veicoli nelle zone particolarmente colpite dall’inquinamento;
Priorità 3: Ridurre le emissioni degli impianti di combustione industriali e metropolitani;
Priorità 4: Promuovere l’uso di veicoli elettrici e agevolare con un’adeguata politica fiscale la rottamazione dei mezzi di trasporto più obsoleti;
Priorità 5: Informare ed educare i concittadini ai temi della qualità dell’aria.

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