L’Enel aumenta la produzione a carbone

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Se nel 2011 Enel produceva col carbone il 41% della sua elettricità in Italia (e l’anno prima ne produceva il 34%), oggi l’azienda è arrivata a generare, con la fonte più inquinante e dannosa per il clima e la salute, il 48,4%. Un incremento relativo, in due anni, di quasi il 50 per cento

Presentati oggi i risultati aziendali 2012 e il piano industriale 2013-2017 di Enel: Greenpeace critica aspramente i dati che emergono riguardo alla produzione elettrica in Italia della multinazionale guidata da Fulvio Conti. E lo fa con numeri e percentuali, ma anche con un video «irriverente» che prende spunto dalla fumata nera in Vaticano e dalla crescente attesa della popolazione, per mostrare quanto inquini il carbone: «Greenpeace sul piano Enel: fumata nera».

La produzione di elettricità da carbone di Enel passa da 32,4 TWh nel 2011 a 36 TWh nel 2012. Si ha quindi un notevole aumento della quota di energia proveniente da questa fonte, nonostante la produzione totale in Italia cali da 79 TWh a 74,5 TWh.
In altre parole, se nel 2011 Enel produceva col carbone il 41% della sua elettricità in Italia (e l’anno prima ne produceva il 34%), oggi l’azienda è arrivata a generare, con la fonte più inquinante e dannosa per il clima e la salute, il 48,4%. Un incremento relativo, in due anni, di quasi il 50 per cento.

«Enel prosegue su una strada sciagurata – ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace –. Non sono servite le nostre denunce, che dimostrano come, in riferimento ai dati del 2009, l’inquinamento del carbone di Enel fosse causa di una morte prematura al giorno in Italia. Da allora ad oggi la produzione con questa fonte è cresciuta di quasi il 50 per cento e oggi l’impatto sanitario ed economico di un’azienda che va per metà a carbone è semplicemente insostenibile per il Paese. Questo piano industriale è una “fumata nera” per il futuro dell’Italia».

Proprio in questi giorni è in discussione la richiesta dell’Enel di aumentare i limiti di inquinamento e la produzione nell’impianto di Civitavecchia; contemporaneamente l’azienda vuole realizzare due nuovi impianti a carbone, a Porto Tolle e a Rossano Calabro.

Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, mira a ottenere un quarto mandato. Dopo aver tentato di fregarci col nucleare, Conti sta facendo del carbone un primato assoluto e nefasto per la sua azienda, nella quale la produzione e gli investimenti sulle nuove rinnovabili rimangono marginali. Greenpeace chiede che venga quanto prima rimosso il management Enel e che l’azienda cambi radicalmente rotta.