Perché quest’inverno rigido

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La fusione inarrestabile dei ghiacci del Polo Nord, appesantendo con acqua dolce la Corrente del Golfo la fa sprofondare sempre più giù, facendola arretrare di molti chilometri. Questo fenomeno determina una profonda modificazione degli interscambi mare atmosfera, sì da modificare anche il fenomeno evaporativo e il raffreddamento ulteriore delle acque di superficie che lambiscono le coste più a nord dell’Europa. In Europa inverni sempre più rigidi

Bufere di neve come non si verificavano da decenni hanno investito la Russia e l’Europa settentrionale, una settimana prima era accaduto in Canada e negli stati settentrionali degli Usa. Poi ancora freddo polare e neve sull’Europa continentale. La capitale russa risulta tra le città dell’est europeo quella maggiormente colpita da una forte ondata di tempeste del tardo inverno. La coltre bianca ha bloccato e rallentato il traffico automobilistico quasi ovunque. Facendo saltare condotte d’acqua e collegamenti elettrici.
Un moscovita intervistato da una Tv russa in rientro da una città della Siberia ha dichiarato di non aver mai visto tanta neve caduta nella tundra siberiana in vita sua, la coltre di neve ha superato i 2 metri.
Il paradosso è che mentre la Russia settentrionale è colpita da un’eccezionale freddo, sul Mar Nero si fanno i bagni perché le temperature superano i 25 gradi. Da ieri tuttavia il tempo è migliorato sulla Russia, ed ora si assiste ad un’anomala escursione termica, che fa sciogliere in fretta la neve, trasformando tutta la città in un impraticabile pantano.

Sono due inverni che si fanno sentire, in particolare sull’Europa del Nord, sulla Russia e sul continente nord americano. Qualcuno comincia a chiedersi se non è questo il preludio verso l’era glaciale. Nessuna paura! È questa la risposta del complesso meccanismo che regola il clima sul pianeta che reagisce al riscaldamento globale. Sì perché la fusione inarrestabile dei ghiacci del Polo Nord, appesantendo con acqua dolce la Corrente del Golfo la fa sprofondare sempre più giù, facendola arretrare di molti chilometri. Questo fenomeno determina una profonda modificazione degli interscambi mare atmosfera, sì da modificare anche il fenomeno evaporativo e il raffreddamento ulteriore delle acque di superficie che lambiscono le coste più a nord dell’Europa.
A questo fenomeno si aggiunge quello dell’eccessivo riscaldamento degli strati più alti della nostra atmosfera che influiscono come pressione sugli strati inferiori del Polo Nord facendo deviare le tradizionali correnti fredde circolari dalla Siberia all’Alaska verso il sud del pianeta.
Insomma a causa del riscaldamento dell’atmosfera terrestre si generano situazioni anomale come queste che stiamo vivendo in questi giorni, dove la neve qualche settimana fa è arrivata anche sulle coste settentrionali dell’Africa.
Infine c’è un altro fenomeno, di cui ancora non si conoscono le origini, e che è quello che nel Mediterraneo ogni 26 o 28 anni si ripete: l’arrivo del grande gelo. Il primo fenomeno meteo che paralizzò l’Italia per alcune settimane producendo anche centinaia di morti assiderati si registrò nel 1929, poi accadde nel 1956, anche qui per oltre un mese si ebbero grandi difficoltà di collegamenti viari e navali, poi nel 1985, dove si gelarono gran parte dei laghi del centro nord e Roma fu interessata da 20 cm di neve, e infine oggi.

In Europa gli inverni saranno sempre più rigidi

Gli scienziati russi, dell’Istituto Oceanografico e dell’Istituto di Matematica Numerica dell’Accademia Russa delle Scienze, prevedono in un prossimo futuro un raffreddamento della temperatura nell’emisfero settentrionale. Secondo i loro calcoli, ci sarà una «grande anomalia di salinità», che abbasserà la temperatura media e porterà nei prossimi anni inverni molto rigidi. L’oceanografo Nikolay Diansky ha studiato in oltre un ventennio i dati sulle variazioni della salinità dell’acqua marina dell’Artico con i cambiamenti climatici del pianeta. Ha confrontato i dati e gli studi di tutti i suoi colleghi scienziati di tutto il mondo prima di parlare di un probabile raffreddamento del clima europeo.
I grafici di Diansky mostrano che sta accadendo un fatto che c’è stato negli anni 60, ovvero il riscaldamento del pianeta conduce allo scioglimento massiccio dei ghiacciai e all’aumento della portata dei fiumi siberiani. Di conseguenza, nel Mar Glaciale Artico si è accumulata molta acqua dolce che inizierà a propagarsi attraverso lo Stretto canadese e in Groenlandia e nel Nord Atlantico. Da lì proviene «l’acqua calda» dell’Europa, la Corrente del Golfo. La fredda acqua dolce coprirà la sua acqua tiepida e salata come una coperta e non permetterà al calore di uscire e così, in Europa e in tutto l’emisfero settentrionale ci sarà un abbassamento delle temperature.
Prolungati periodi freddi, nel corso della storia, ci sono già stati, ricorda il professor Alexander Belyaev, vice direttore dell’Istituto di Geografia dell’Accademia Russa delle Scienze: «Ci sono stati periodi di una piccola era glaciale, quando il Canale della Manica era congelato, quando da San Pietroburgo si poteva raggiungere, camminando sul ghiaccio, Helsinki. Si poteva immaginare un tempo con i dipinti di Bruegel, quando tutti i canali olandesi erano congelati, e si poteva pattinare. Ci sono stati più tardi tempi, quando la Torre Eiffel era coperta di neve e congelata. Così il clima cambia, ma niente di terribile accadrà.
La Terra possiede un proprio controllo del clima. Il riscaldamento, che è causato dall’uomo o dalla attività solare, provoca sempre un meccanismo che porta acqua artica che induce un raffreddamento. Poi di nuovo, ci sarà un riscaldamento. La verità, forse,è che non accadrà nella nostra vita.