La civiltà del sottosuolo – La Puglia ha censito le cavità antropiche

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foto di Antonello Fiore
Frantoio ipogeo a Corsano (Lecce)
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In Italia sono quattro le regioni che hanno specifiche norme a tutela del patrimonio speleologico e geologico: Emilia Romagna, Liguria, Puglia e Sicilia. Solo una regione, la Puglia, recentemente ha aggiornato e completato la precedente normativa inserendo anche le cavità artificiali nella definizione di «patrimonio speleologico». Così per la prima volta in una legge regionale, si definiscono come facente parte del patrimonio ipogeo anche le «cavità artificiali»

Nelle regioni caratterizzate prevalentemente da rocce carsificabili è normale aspettarsi un’abbondanza di cavità naturali, veri e propri beni geologici, che da sempre hanno attirato l’attenzione degli speleologi e dei legislatori attenti a tutelare il paesaggio e la geodiversità. In Italia sono quattro le regioni che hanno specifiche norme a tutela del patrimonio speleologico e geologico: Emilia Romagna, Liguria, Puglia e Sicilia. Solo una regione, la Puglia, recentemente ha aggiornato e completato la precedente normativa inserendo anche le cavità artificiali nella definizione di «patrimonio speleologico». Così per la prima volta in una legge regionale, si definiscono come facente parte del patrimonio ipogeo anche le «cavità artificiali»; in altre parole l’insieme delle strutture ipogee realizzate dall’azione dell’uomo di particolare interesse storico, archeologico o geominerario. Si deve ricordare che legge regionale 33/2009 «Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico» riconosce il pubblico interesse del patrimonio geologico e del patrimonio ipogeo, come valori scientifici, ambientali, culturali e turistico-ricreativi.
Previsto dalla norma regionale è in fase di completamento il censimento delle cavità artificiali, curato dalla Federazione speleologica pugliese, che rileva e censisce oltre 1.000 cavità artificiali. Le schede ben organizzate per comune e province sono sperimentalmente disponibili on line.
Il lavoro di raccolta dati ed elaborazione, che ha visto impegnati oltre 600 speleologi dei 22 gruppi pugliesi federati, sarà presentato in anteprima al pubblico dal presidente della Federazione speleologica pugliese (Fsp), Vincenzo Martimucci, in occasione di convegno organizzato dalla Sigea, Sezione Puglia, dal titolo «Cavità antropiche: aspetti tecnici per il recupero e la valorizzazione».
Durante l’iniziativa di Canosa di Puglia del prossimo 23 marzo saranno affrontati molteplici aspetti tecnici su come recuperare e valorizzare questi vuoti del sottosuolo; i lavori moderati da Francesco Cafaro e introdotti da Salvatore Valletta e da Ernesto La Salvia prevedono l’intervento di Vincenzo Martimucci dal titolo «Il censimento delle grotte e delle cavità artificiali della Puglia ai sensi della L.r. 33/2009. Le cavità antropiche come elementi del patrimonio speleologico»; di Mario Parise con «L’importanza dei rilievi speleologici e geologici nel recupero delle cavità»; di Pietro Pepe con «Applicazione delle tomografie elettriche in foro per l’individuazione di cavità antropiche in aree urbanizzate»; di Alfredo De Giovanni con «Le cavità antropiche di San Procopio (Barletta): ipotesi di bonifica e valorizzazione»; di Giovanni Bruno con «Interventi di stabilizzazione di cavità sotterranee che non riducono la pericolosità: il caso della cava di Mottola (Ta)»; di Sergio Chiaffarata e Carlo dell’Aquila con «Complessi ipogei ed insediamenti rupestri di Bari. Cinquant’anni di storia»; di Claudio Conversano con «Pericolosità e valorizzazione delle cavità nell’ambito della pianificazione comunale: il caso del PUG Melpignano (Le)»; di Tommaso Farenga «Valorizzazione delle cavità antropiche: problematiche, difficoltà operative, proposte. Scenari di valorizzazione»; di Sabino Germinario con «Risanamento e valorizzazione di cavità nella Città di Canosa di Puglia».
L’intervento conclusivo sarà affidato a Fabiano Amati che terrà una relazione dal titolo «Il sottosuolo: tecnica e coscienza. Appunti epistemologici».
Al termine del convegno Antonella Calderazzi presenterà il volume «Progettare il sottosuolo. Gli ipogei in Puglia», mentre la giornata di studi terminerà con la visita a una cavità recuperata di proprietà «Leone» in Canosa di Puglia.
Con il censimento delle tante cavità antropiche, utilizzate in epoche diverse e a scopi differenti (attività estrattiva in sotterraneo, cantine e frantoi ipogei, luoghi di culto e rifugi), si potrà attribuire alla «civiltà del sottosuolo» un valore archeologico-storico-artistico che porterà verso una valorizzazione culturale d’identità territoriale. Così i tanti vuoti del sottosuolo, che un tempo venivano alla cronaca solo per eventi disastrosi quali gli sprofondamenti e le voragini, potranno essere al centro di un processo di recupero, conservazione e valorizzazione.