Alta Murgia – Quel poligono non fa bene al turismo

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foto di Cosmo Andriani
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Cesare Veronico si rivolge agli onorevoli tutti, proponendo una discussione sulla «situazione quantomeno contraddittoria che il Parco vive con le esercitazioni militari che si svolgono da decenni in aree adibite a poligoni. Tale attività, frutto di accordi indipendenti dalla nostra volontà stabiliti in sede di Comitato misto paritetico tra le autorità militari e la Regione Puglia, limita fortemente la crescita di un territorio che si sta avviando al turismo sostenibile e rappresenta uno dei maggiori scrigni di biodiversità in Europa in un contesto di forte e sana ruralità»

«Le esercitazioni militari all’interno del Parco dell’Altra Murgia continuano con una frequenza e intensità da noi inaspettate. Rileviamo, con estrema preoccupazione, l’arrivo di battaglioni da tutta Italia con il loro arsenale di morte». Così scrive in un comunicato il circolo di Rifondazione Comunista di Corato, in provincia di Bari, in merito all’esercitazioni militari di cui abbiamo dato notizia qualche settimana fa.
«Disporranno dell’obice semovente M109 L – si legge nel comunicato, capace di utilizzare munizioni del tipo HE, fumogeno, gas lacrimogeno, gas nervino, gas Sarin, proiettili assistiti a razzo Copperhead e i più micidiali, quelli nucleari tattici a basso potenziale. A nulla è servito il nostro appello rivolto al Presidente della Regione Puglia, di intervenire e farsi carico della questione: è caduto nel vuoto. Da quel che sappiamo – continua – i membri del Comitato misto paritetico tra Stato-Regione, gli unici che possono intervenire per la pianificazione delle servitù militari, non sono stati convocati. Crediamo che sia inutile ripetere quali siano i gravi danni che recherebbe alla salute e all’ambiente una intensa attività di addestramento con tali armamenti, e pertanto invitiamo le istituzioni e le associazioni ambientaliste a mobilitarsi affinché il Parco torni a essere il parco della pace e non uno scenario di guerra».

In effetti il presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Cesare Veronico, non attese tempi biblici e si affrettò a precisare, senza smentire alcunché, la posizione dell’ente in merito alla questione controversa dell’esercitazioni militari nel territorio del Parco. Evidentemente il presidente Veronico non scherzava quando scriveva nella nota di replica all’articolo citato che affinché il Parco venga percepito e vissuto come luogo di pacifica convivenza «chiederò immediatamente un incontro a tutti i parlamentari, in particolare a quelli dell’Alta Murgia, perché si attivino per modificare il quadro normativo ed impedire le operazioni militari nelle aree protette». Ebbene l’incontro tra il presidente Veronico e i parlamentari ancora non s’è realizzato, ma perlomeno una nota è stata diramata dell’ente Parco, con la quale senatori e deputati sono invitati «a una riflessione sull’esigenza di “fare sistema” in un incontro programmatico per individuare, insieme a voi, iniziative a sostegno dell’Alta Murgia».
Il presidente si rivolge agli onorevoli tutti, proponendo una discussione sulla «situazione quantomeno contraddittoria che il Parco vive con le esercitazioni militari che si svolgono da decenni in aree adibite a poligoni. Tale attività, frutto di accordi indipendenti dalla nostra volontà stabiliti in sede di Comitato misto paritetico tra le autorità militari e la Regione Puglia, limita fortemente la crescita di un territorio che si sta avviando al turismo sostenibile e rappresenta uno dei maggiori scrigni di biodiversità in Europa in un contesto di forte e sana ruralità».
La consapevolezza del presidente Veronico è evidente e lo precisa affermando che «sono ben conscio che, finché esiste un esercito sussiste l’esigenza di avere spazi per le esercitazioni militari, ma sono dell’avviso che esse vadano svolte fuori dalle aree protette nelle quali si produce il 3,2% della ricchezza italiana (dati Unioncamere 2011)». Ma le iniziative intraprese dalla costituzione dell’ente Parco e la faticosa perimetrazione delle aree protette non può che condurre alla riflessione comune, alla quale Veronico invita i neo onorevoli per «tracciare insieme le linee guida di un percorso condiviso a beneficio di una comunità che, senza distinzione di appartenenza politica, vi sarà grata per un impegno a favore di un territorio di straordinaria bellezza».