Sistri – Clini e imprese ai ferri corti

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Rete imprese Italia: «è necessario indirizzare gli sforzi del Governo verso misure e provvedimenti capaci di far ripartire l’economia e non verso atti capaci solo di penalizzare ancora di più le imprese che faticosamente stanno cercando di mantenersi in vita garantendo milioni di posti di lavoro». Vantaggi per la malavita

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministro dell’Ambiente del 20 marzo 2013, che stabilisce le modalità per l’entrata in vigore del sistema per la tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
Il decreto, adottato in attuazione dell’art. 52 del decreto legge 83 del 22 giugno 2012, convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 2012 n. 134, è stato elaborato sulla base dei rapporti dell’agenzia per l’Italia digitale e del parere dell’avvocatura generale dello Stato.
L’entrata in vigore del Sistri avverrà in modo graduale e progressivo e questo per consentire sia agli operatori di verificare i dati inseriti all’interno del sistema ed aggiornare i software di utilizzo sia al Ministero di introdurre le semplificazioni necessarie per un più funzionale utilizzo del sistema.

Nel dettaglio, per l’entrata in operatività del Sistri, sono previsti due periodi:
• dal 30 aprile al 30 settembre 2013 i produttori di rifiuti speciali pericolosi con più di 10 dipendenti e gli enti e le imprese che gestiscono rifiuti speciali pericolosi, sono tenute ad «allineare» i dati e le informazioni già inserite a sistema rendendo pienamente operativo l’apparato a partire dal 1° ottobre 2013;
• per gli altri operatori il periodo di «allineamento» è compreso tra il 1° ottobre 2013 ed il 2 marzo 2014.
Pertanto, a partire dal 3 marzo 2014 il sistema sarà pienamente operativo per tutti.

Ed è a seguito di questa pubblicazione che comincia un rimpallo di dichiarazioni e successive risposte tra il ministro dell’Ambiente e Rete imprese Italia la quale, tuona: «il Decreto sul Sistri va ritirato e abrogato immediatamente, le imprese sono allo stremo e il Governo si ostina a non capire».
Per Rete imprese Italia, infatti, è sconcertante la decisione del ministro Clini di riavviare il Sistri nonostante tutte le criticità sul sistema di tracciabilità dei rifiuti più volte evidenziate dalle imprese. «Una decisione che non tiene minimamente conto delle gravi difficoltà che in questa fase di dura e profonda recessione stanno attraversando le Pmi, in particolare del terziario di mercato e dell’artigianato, ormai ridotte allo stremo». E continuando, sottolinea il presidente di Rete Imprese Italia, «è necessario indirizzare gli sforzi del Governo verso misure e provvedimenti capaci di far ripartire l’economia e non verso atti capaci solo di penalizzare ancora di più le imprese che faticosamente stanno cercando di mantenersi in vita garantendo milioni di posti di lavoro».

Ed a seguito di queste dichiarazioni arriva la risposta del ministro Clini, il quale, afferma: «Il Sistri entra in funzione in modo progressivo e flessibile, con oneri ridotti come richiesto dalle imprese. È incomprensibile la protesta di Rete imprese Italia contro il decreto, frutto di una lunga consultazione con le imprese per l’applicazione efficace della normativa. Attivare il Sistri è un dovere morale, senza la tracciabilità dei rifiuti si dà spazio alla malavita».
A questo, Rete imprese Italia, rimpalla: «Di incomprensibile in questa vicenda c’è solo l’atteggiamento del ministro dell’Ambiente. Non si è mai messo in discussione l’utilità e la necessità della tracciabilità sui rifiuti, essenziale per combattere le ecomafie e la criminalità organizzata; quello che, però, contestiamo è la complessità del Sistri e le pesanti ricadute per le imprese. Per questo ne sosteniamo l’abrogazione e, al tempo stesso, chiediamo invano da due anni, prima al ministro Prestigiacomo e poi al ministro Clini, la riprogettazione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità. Basterebbe semplicemente guardare ad altri Paesi europei per trovare le adeguate soluzioni».

In definitiva, il Sistri continua a far parlare di sé. Ad oggi ci risulta che nulla sia cambiato nonostante le problematiche ripetutamente evidenziate dalle aziende nell’utilizzo del sistema nel suo complesso. Di certo, la decisione di riavviare il Sistri appare in netto contrasto con quanto è emerso nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nonché clamorosamente certificate dalle ultime indagini della magistratura che hanno portato alla determinazione di 22 provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip di Napoli. Il riavvio di uno strumento che permetta la tracciabilità dei rifiuti dovrà necessariamente essere subordinato alla formulazione di un nuovo sistema di semplice utilizzo, davvero efficace per il reale contrasto alle ecomafie, fondato su criteri di trasparenza ed efficienza.