Caccia in deroga – La Lombardia sfida Stato e Ue

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caccia foto di Massimo Marracci
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«Persino Formigoni scrive al Consiglio di non approvare la legge: è illegittima e ci costerà cara». La Lipu fa partire la nuova denuncia al Commissario europeo all’Ambiente Potocnik e le richieste di intervento al Governo italiano

«I ministri Mogavero e Clini intervengano prima che il Consiglio regionale approvi definitivamente la legge o sarà condanna sicura anche della Repubblica italiana. A quel punto faremo in modo che ne rispondano, anche economicamente, i consiglieri regionali che l’avranno votata e le istituzioni che colpevolmente non l’hanno fermata».

Lo dichiara il presidente Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria all’indomani dell’approvazione, in Commissione Agricoltura della Regione Lombardia, del progetto di legge sulla caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti quali fringuello, peppola, pispola, storno, frosone.

«Il blitz operato ieri in Regione Lombardia è l’anticamera della condanna definitiva dell’Italia ai sensi dell’articolo 260 del Trattato dell’Unione europea – prosegue Mamone Capria -. L’Italia ha già subito la prima condanna, in tema di deroghe, nel luglio 2010 e una successiva messa in mora da parte della Commissione europea, finalizzata a far scrivere la parola fine a questa pratica palesemente illegittima, rischia di costare davvero cara al nostro Paese».

Lo sanno tutti, incluso il Presidente Formigoni, che non più tardi di venerdì scorso aveva scritto un’eloquente lettera al Consiglio regionale con cui avvertiva dell’illegittimità e della pericolosità dell’iniziativa, parlando di «imputabilità del danno, non scusabilità dell’errore di diritto, violazione grave e manifesta della direttiva comunitaria, persistente inottemperanza».

L’aggravante per questa situazione è che un nuovo deferimento della Lombardia alla Corte di Giustizia significherebbe il processo anche per la Repubblica italiana, che avverrebbe allo stato attuale dei fatti, quando cioè l’Italia non si è ancora adeguata alla sentenza della Corte di Giustizia e non ha sistemato la legge nazionale sulle deroghe (cioè l’articolo 19bis della legge 157/92). Il risultato sarebbe la condanna certa e, trattandosi del secondo e definitivo grado di giudizio, il sanzionamento economico del nostro Paese. Un situazione disastrosa, che si verificherebbe per chiara colpa dei consiglieri regionali lombardi ma anche di tutte quelle istituzioni che, pur potendolo fare, non l’hanno impedita.

«Mentre è partita la nuova denuncia al Commissario europeo all’Ambiente Potocnik, al quale abbiamo chiesto di sollecitare un’azione straordinaria della Corte di Giustizia, rivolgiamo urgente appello ai ministri dell’Ambiente Clini e delle Politiche europee Mogavero – conclude Mamone Capria -. Intervengano per dissuadere la Regione e per sospendere immediatamente, con i poteri sostitutivi, la legge eventualmente approvata. Non un solo giorno di uccisione illegittima di fauna protetta deve più verificarsi».

(Fonte Lipu)