La Puglia punta al 65% di differenziata

645
foto di Vito Stano
Tempo di lettura: 3 minuti

In discarica solo il 5,25 %. Chiesto il parere on line dei cittadini. Nicastro: «L’adozione nella Giunta del Piano Regionale dei Rifiuti è il coronamento di un lavoro che ha conosciuto fasi di incertezza dovuta allo sconvolgimento del quadro normativo nazionale di riferimento e che oggi apre una fase cruciale per la nostra regione: la concertazione di uno strumento strategico per la gestione dei rifiuti»

La Giunta regionale pugliese ha approvato il nuovo Piano Rifiuti ma prima del vaglio del Consiglio regionale, il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, chiede il parere dei cittadini mettendo on line il Piano e dicendo ai pugliesi di leggerlo e di dare suggerimenti. «Confidiamo nel carattere partecipato di questa avventura», dice il Presidente.

Al termine della Giunta regionale che ha adottato il Piano, il presidente Vendola e l’assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, hanno tenuto una conferenza stampa di presentazione lavori di cui, di seguito, riportiamo le fasi salienti.
L’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, dichiara: «L’adozione nella Giunta del Piano Regionale dei Rifiuti è il coronamento di un lavoro che ha conosciuto fasi di incertezza dovuta allo sconvolgimento del quadro normativo nazionale di riferimento e che oggi apre una fase cruciale per la nostra regione: la concertazione di uno strumento strategico per la gestione dei rifiuti. È il primo Piano di matrice non commissariale in cui confluiranno osservazioni e suggerimenti dal partenariato ritenuti utili alla migliore gestione immaginabile per la nostra regione».

Bene, in estrema sintesi i numeri del Piano.
Il piano pone alla base della sua pianificazione obiettivi specifici. In primo luogo una robusta attività di prevenzione che punti da un lato alla riduzione della produzione di rifiuti e dall’altro ad una concezione della materia in funzione del suo riutilizzo. In secondo luogo, lo stesso, impone un obiettivo di recupero di materia principalmente attraverso il raggiungimento di livelli di differenziata non inferiori al 65% ma che introduca anche altre operazioni di recupero da indifferenziato opportunamente trattato e questo per ottenere un livello di conferimento in discarica non superiore al 5,25%.
Inoltre, spiega ancora Nicastro: «Tutto questo processo ha come cuore pulsante i territori: il nuovo assetto di governance, figlio della legge regionale 24/2012, pone in capo agli Ambiti di Raccolta Ottimale (Aro) e agli Organi di Governo d’Ambito (Oga) le scelte relative, rispettivamente, a raccolta spazzamento e trasporto e impiantistica. A questi organismi territoriali di gestione spettano le scelte, la programmazione e, soprattutto la messa in opera di un sistema descritto nel Piano e che rappresenta un quadro di riferimento entro cui muoversi. A cominciare dalla fase di concertazione che si apre a seguito dell’adozione in Giunta e proseguendo nel momento in cui il Piano sarà definitivamente approvato, i territori saranno i veri protagonisti di una rivoluzione culturale, in materia di gestione dei rifiuti, che abbiamo tratteggiato in questo provvedimento».

In definitiva, il Piano rappresenta una assunzione di responsabilità; un tema così complesso si affronta modificando le abitudini sia del privato cittadino, che deve abituarsi a convivere con tre sacchetti di immondizia, sia dell’organizzazione stessa dei singoli Comuni. Il concetto chiave che deve muovere il cambiamento è quello di prendere coscienza che il rifiuto è una risorsa, una materia che può essere recuperata, riciclata e trasformata innumerevoli volte creando nuovamente un business economico.
Ora non ci resta che attendere e confidare in un cambiamento di rotta sul tema. Certo l’argomento impone sensibilità al bene comune e per ottenerla è necessaria una educazione mirata che si trasmette con iniziative a largo raggio e con insegnamenti specifici da impartire a quelli che saranno gli uomini e le donne di domani. Non deve essere dimenticato, per i più grandi, anche l’aspetto economico e cioè il comune cittadino, non del tutto sensibile al tema, deve poter capire che il suo comportamento giova alle sue tasche e per questo predisporre incentivi.
Il tema è ampio e bisogna lavorarci su vari aspetti. Noi continueremo a seguire la cosa e ad informare sul tema.