A dieci anni dalla presentazione del primo Manifesto dell’Acqua e dopo la lunga battaglia ancora in corso per il riconoscimento a livello politico e normativo della volontà popolare, Petrella con i dodici principi base pone le premesse per una nuova strategia di lotta avversa a quei ladri di futuro enunciati nel Nuovo Manifesto
Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti dei Dipartimenti coinvolti, Margherita Ciervo referente del Comitato pugliese Acqua Bene Comune ha inquadrato la vicenda referendaria e ha gettato le basi all’intervento del professor Riccardo Petrella, dell’Università di Locarno, promotore ed estensore del Nuovo Manifesto dell’Acqua e dei Beni Comuni abbozzato dal professor Riccardo Petrella.
A dieci anni dalla presentazione del primo Manifesto dell’Acqua e dopo la lunga battaglia ancora in corso per il riconoscimento a livello politico e normativo della volontà popolare, Petrella con i dodici principi base pone le premesse per una nuova strategia di lotta avversa a quei ladri di futuro enunciati nel Nuovo Manifesto.
Dunque i dodici principi ispiratori del Nuovo Manifesto ABC sono: il principio della vita, cioè il diritto all’esistenza; il principio dell’umanità ovvero il riconoscimento dell’umanità quale soggetto giuridico e politico portatore di diritti e doveri; il principio dell’abitare, la Terra che è la casa degli esseri umani; il principio dei beni comuni, che pensa all’uomo come curatore dei beni comuni e non come predatore; il principio dell’integrità della vita, ovvero il riconoscimento paritario delle altre specie viventi; il principio del diritto all’acqua, riconosce a l’umanità tutta l’accesso all’acqua potabile; il principio dell’acqua «res pubblica», che prevede che l’acqua non è una merce né un bene di consumo; il principio di responsabilità pubblica, prevede un governo mondiale dell’acqua; il principio di pubblicità del governo dei beni comuni, cioè la negazione della gestione dell’acqua a organismi privati; il principio del finanziamento pubblico dei costi dei diritti umani, ovvero la garanzia dell’accesso all’acqua a prescindere dalla situazione economica di ognuno, l’acqua non ha prezzo poiché è vita; il principio della democrazia, questo prevede la partecipazione dei cittadini di tutti i Paesi ai vari livelli decisionali e di controllo sulla corretta gestione dell’acqua; e in ultimo il principio della pace, poiché per l’acqua si stanno già programmando «le guerre dell’acqua» è necessario cambiare modo d’intendere il bene vitale per eccellenza.
Gli obiettivi generali che il Nuovo Manifesto enuncia sono sei: mobilitare l’opinione pubblica contro il furto della vita e del futuro, rappresentato dalla mercificazione dell’acqua, dalla finanziarizzazione/monetizzazione e dalla privatizzazione dei beni comuni; il secondo obiettivo è mettere fuori legge i fattori strutturali che sono all’origine dei processi d’impoverimento del mondo; il terzo obiettivo è quello di promuovere un’architettura politico-istituzionale e sociale mondiale fondata sui beni comuni al servizio di tutta l’umanità; il quarto obiettivo è quello di dare vita a tutti i livelli a forme di programmazione adatte al governo dei nessi tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute, energia e casa; il quinto obiettivo è quello di mettere la città al centro del vivere insieme sociale; il sesto e ultimo obiettivo del Nuovo Manifesto è quello di creare le condizioni per un vero governo mondiale dell’acqua.
Tra principi ispiratori e obiettivi generali, il Nuovo Manifesto dell’Acqua e dei Beni Comuni traccia un percorso di lotta civile che ricalca la strada già fatta fino ad oggi dai movimenti e pone le basi per una diffusione capillare di un nuovo approccio culturale e politico.