Il dominio della sicurezza sul fine energetico

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Tutte le forze politiche, economiche, intellettuali, finanziarie, ecologiche e di qualsiasi altro tipo dovrebbero convincersi che l’atteggiamento migliore è quello di parlare anche del nucleare e non solo delle fonte rinnovabili (solare, eolico, geotermia ecc.) e del risparmio in modo da non fare apparire di avere solo un approccio aprioristico e ideologico. È infatti, necessario chiarire ancora il punto di qualità sostanziale che nella natura degli eventi e nella psicologia umana sottende il concetto che la «sicurezza» («safety/security and cyber one») di cui si parla, rispecchi un approccio essenzialmente scientifico e tecnologico e non un approccio politico, sociologico e meno che mai religioso e fideistico.

L’eccezione a questa tesi è quella della «security», ossia, della ineluttabile considerazione di possibilità di intrusioni, sabotaggi, terrorismi vari e via di seguito. L’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, è il classico esempio da tener nel debito conto.
Si assumono, quindi, validi i concetti fondamentali che regolano i fattori umani e l’approccio di ingegneristico secondo il quale gli scienziati, i progettisti (fisici, chimici, biologi, ingegneri, ecc.) che hanno progettato e progettano «sistemi di impianti nucleari a scopo di produzione di energia elettrica» siano persone normali, dotati di equilibrio e serenità psichica.
Qualcuno può considerare l’avvicinamento scientifico e tecnologico alla sicurezza, un approccio «riduttivo», ma non si può fare altrimenti. In altre sedi, in altri luoghi e in altri tempi si potranno forse prendere in considerazioni approcci più congeniali alla sicurezza dell’uomo. Eventualmente quello scientifico ed ingegneristico alla «sicurezza» non fa altro che interpretare le istanze più generali (psicologiche, politiche economiche ed anche religiose) trasformandole nell’ambito di una applicazione concreta in una risposta entro un campo limitato. Ciò non ostante si può dire che l’ambito di applicazione attiene (e questo è un grande vantaggio) ad un insieme complesso di requisiti e vincoli di sicurezza che riguardano la completezza dei sistemi complessi sopra menzionati.
Senza accorgimenti di questo genere i sistemi complessi nucleari (quali una centrale nucleare classica) verrebbe esposta ad un rischio irrazionale quanto sproporzionato per la vulnerabilità degli impianti rispetto all’onere della «security & cyber security», stante la natura dei danni possibili ma in virtù di questo, resi estremamente improbabili.
Tutto questo però è sempre condizionato all’attuale Sen che, in Italia, non prevede, è per ora l’impiego di energia nucleare anche se, come dimostrato, i pericoli e rischi sono del tutto simili.