Saranno trasferiti a Genova. Tra le irregolarità contestate ci sarebbe l’assenza di riparo dal sole e dalla vista del pubblico, carenza di un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell’acqua, nonché vecchie vasche di contenimento irregolari che non sarebbero adatte a consentire un adeguato movimento dei tursiopi e garantirne la salute fisica e psichica
Quattro delfini appartenenti alla specie Tursiops truncatus, meglio conosciuta come delfino dal naso a bottiglia, sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato, Servizio Centrale Cites e personale del Comando provinciale presso il delfinario di Rimini.
A darne comunicazione è la stessa Forestale che informa come il provvedimento cautelare sia stato disposto dal Giudice per le Indagini preliminari di Rimini su richiesta dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, a seguito di indagini eseguite dal Corpo forestale, Servizio centrale Cites.
Gli inquirenti erano, però, già intervenuti presso la struttura a fine luglio. Come ora ricordato dalla Forestale, l’operazione era stata coordinata in sinergia con la Task Force interministeriale composta da funzionari del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, da medici veterinari del ministero della Salute e da esperti di mammiferi marini. Il tutto era mirato a verificare il rispetto della normativa in materia di giardini zoologici. L’ispezione si era conclusa con la contestazione di diverse irregolarità amministrative, a causa delle quali, il Corpo forestale dello Stato aveva elevato sanzioni amministrative per circa 18.000 euro.
Tra le irregolarità contestate, riporta sempre il comunicato della Forestale, ci sarebbe l’assenza di riparo dal sole e dalla vista del pubblico, carenza di un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell’acqua, nonché vecchie vasche di contenimento irregolari che non sarebbero adatte a consentire un adeguato movimento dei tursiopi e garantirne la salute fisica e psichica. Di fatto, sottolinea sempre la Forestale, gli animali sarebbero stati costretti ad una convivenza coatta nel gruppo sociale dove erano inseriti. I delfini, inoltre, non sarebbero stati sottoposti ad un idoneo programma di trattamenti medici veterinari. Un fatto, quest’ultimo, che parrebbe essere testimoniato dall’assenza di vasche predisposte a tal fine, o adibite alla quarantena come ad ospitare le femmine durante il periodo di gravidanza e allattamento.
Questo il quadro sanzionatorio dal quale il delfinario dovrà difendersi, oltre al fatto che tra gli illeciti è stato ipotizzato anche il reato di maltrattamento di animali.
Su disposizione della Procura di Rimini, quindi, il Corpo forestale sta eseguendo il trasferimento dei quattro delfini sequestrati, due femmine e due maschi, il più piccolo di circa sei anni. Andranno presso l’Acquario di Genova.
Appena giunti, i delfini verranno inseriti nelle due vasche curatoriali, non visibili al pubblico adiacenti la vecchia vasca espositiva per effettuare il consueto periodo di quarantena. Durante questo periodo di acclimatamento il personale veterinario e acquariologico della struttura potrà effettuare tutti i controlli veterinari necessari al monitoraggio dello stato di salute degli animali e prestare tutte le cure di cui questi avranno bisogno.