Modugno è una bomba ad orologeria

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Un risanamento ambientale previsto sulla carta sin dal 2008; dopo Brindisi è la seconda città pugliese con la più vasta area industriale; nell’atmosfera sono presenti oltre che contaminanti gassosi e di particolato, anche di metalli pesanti prodotti in particolare da nove macrosettori; nell’area industriale di Modugno vi è il maggior numero di coperture in amianto della provincia di Bari. La storia di una mancata intervista

Modugno è una cittadina a poco più di 8 chilometri da Bari, dal 2008 è inserita nell’elenco delle 14 città che la Regione Puglia ha classificato nel Piano Regionale per la Qualità dell’aria (Prqa) in «fascia C». Queste città sono gravate da inquinamento critico prodotto sia da insediamenti produttivi sia da traffico veicolare. Per tali motivazioni il Prqa prevedeva la necessità di un risanamento ambientale mai messo in atto né programmato dagli organismi competenti.
Ma non solo. Il centro urbano è in stretta contiguità con una vasta area industriale (zona Asi), sede di numerosi impianti inquinanti. La zona Asi è una delle più ampie della Regione Puglia (la seconda in ordine di grandezza dopo quella di Brindisi). Ha una estensione complessiva di 1.509 ha, con 948 ha destinati dal Piano regolatore ad attività produttive. Il dott. Agostino Di Ciaula, dell’Isde Italia rileva che dalle informazioni presenti nella Rete del sistema Informativo nazionale ambientale (SINAnet,disaggregazione dell’inventario nazionale 2005) si possono rilevare nella zona industriale di Modugno rilevanti presenze, oltre che di contaminanti gassosi e di particolato, anche di metalli pesanti prodotti in particolare dai seguenti macrosettori: 01-Produzione energia e trasform. combustibili, 02-combustione non industriale, 03-combustione nell’industria, 04-processi produttivi, 05-estrazione e distribuzione combustibili, 06-uso di solventi, 08-altre sorgenti mobili e macchinari, 09-trattamento e smaltimento di rifiuti.

Ma non solo. In zona Asi, in area al confine con le prime abitazioni della città, a una scuola e all’Ospedale «San Paolo», è stata realizzata una centrale termoelettrica alimentata a metano della potenza di circa 800 MWe. Uno studio pubblicato nel 2012 su una rivista internazionale ha dimostrato che le principali sostanze inquinanti prodotte da tale impianto, pur essendo contenute entro i limiti previsti dalla legge, causano conseguenze negative misurabili sulla salute dei residenti [1].
Inoltre una mappatura eseguita con ortofoto ha documentato la presenza, nell’area industriale di Modugno, del maggior numero di coperture in amianto della provincia di Bari.
Esiste una stazione di monitoraggio (EN02) degli inquinanti prodotti nella zona Asi che però non esegue monitoraggio di alcune sostanze sicuramente emesse dagli impianti industriali presenti nell’area (in particolare SO2, BTX, metalli pesanti), che sono dunque non monitorate.
Giusto per non farsi mancare niente, Modugno ospita un impianto di compostaggio privato («Tersan Puglia») che lavora Forsu proveniente da numerosi Comuni sia pugliesi sia extra-regionali e produce compost. È il più grande impianto di compostaggio regionale e ha un’autorizzazione annuale pari a 219.000 tonnellate. L’impianto è stato oggetto più volte di proteste da parte dei residenti per inquinamento olfattivo. Ma ora è in fase di completamento la copertura con biofiltri.
Ed ancora c’è da dire che il territorio di Modugno è a rischio potenziale di inquinamento elettromagnetico ad alta e bassa frequenza per la presenza di numerose antenne per radiotelefonia mobile e, in uno dei suoi quartieri («Cecilia»), di un elettrodotto che passa a pochi metri dalle abitazioni.

È quindi evidente che pesando sul territorio queste situazioni la zona di Modugno è ad elevato rischio sanitario per i residenti poiché sottoposti a numerose fonti inquinanti di diversa natura.
Da qui l’interesse ambientale e la curiosità di sapere come intenda muoversi la nuova amministrazione comunale, tanto più che il tema ambientale è stato centrale sia in campagna elettorale sia nelle prime riunioni del Consiglio comunale.
E per queste ragioni avevamo rivolto al neo sindaco, Nicola Magrone, nove domande nel tentativo di conoscere le linee delle iniziative ambientali in settori ben precisi.
Come è noto ai nostri Lettori, noi siamo un portale scientifico e non politico, quindi non avevamo fretta ma un giro di email e telefonate, di solleciti e risposte dilatorie che vanno avanti dal 20 agosto credo che metterebbero a dura prova anche la pazienza di Giobbe.
Non vogliamo fare nessun processo alle intenzioni ma credo che dubbi e illazioni verrebbero a chiunque e l’ultimo pensiero cattivo che si potrebbe fare è quello di non essere una testata blasonata e quindi ben trascurabile, convinti come siamo che la lunga esperienza del sindaco in Magistratura, a baluardo delle leggi italiane, consideri piena dignità e rispetto di tutti i cittadini, a cominciare dai suoi a cui deve il massimo della informazione in campo ambientale e quindi della salute essendone il primo garante.