Pro Loco di Castellaneta e Gasp! di Gioia del Colle inscenano uno spettacolo che viola le leggi dei Parchi. Impressionante sequela di silenzi da parte di Enti che pure avevano l’obbligo di intervenire e che comunque non hanno dato il loro permesso. Come è possibile che si faccia un evento senza autorizzazioni? Ecco perché questo spettacolo circense non andava fatto
«Un’iniziativa che prevede il passaggio da una sponda all’altra, dal versante castellanetano verso quello mottolese, per ben 260 metri di distanza, utilizzando una teleferica a doppia portante, un cavo teso con carrucole, con la possibilità di fare una sosta a metà strada scendendo fin giù alle viscere della gravina stessa. Un percorso assai simile al più famoso “Volo dell’angelo”, che richiama migliaia di turisti ed appassionati sulle dolomiti lucane, tra i comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano, in provincia di Potenza, ma probabilmente ancora più affascinante poiché, a differenza del percorso potentino dove si viaggia alla velocità di 90 km/h, noi potremo sorvolare sulla nostra gravina a velocità molto più moderata, potendo ammirare e contemplare il nostro paesaggio praticamente appesi ad un filo», stando a quanto dichiarato durante la conferenza stampa dal presidente della Pro Loco di Castellaneta co-organizzatore dell’evento insieme al Gasp!
Quale beneficio avrebbe portato alla tutela della Gravina di Castellaneta e al Parco in cui essa ricade, nessuno sapeva dirlo fino a ieri.
Sono le 0,25 di sabato 28 settembre quando il presidente della Pro Loco di Castellaneta, Angelo Annibali, scrive al presidente del Gasp! (Gruppo Speleologico di Gioia del Colle), Luca Benedetto, con in copia il sottoscritto la seguente e-mail, in seguito alle polemiche sollevate per l’inopportuna e non autorizzata esibizione prevista per domenica 29: «ciao Luca, nella speranza di far chiarezza sulle direttive scaturite in questi ultimi giorni inerenti il Parco delle Gravine, si è deciso di annullare l’evento “attraversamento della Gravina di Castellaneta” a mezzo di teleferica a doppia mandante, fissato per Domenica 29 c.m., rimandando il tutto a data da destinarsi (probabilmente 13 o 20 Ottobre). Provvederò domani per tutte le comunicazioni interne. A presto Angelo».
La decisione di annullare l’evento, sembrava fosse condizionata dall’aver evidenziato pubblicamente l’incompatibilità di tale attività con un Parco Naturale Regionale che custodisce specie rare e minacciate e dall’intervento delle forze dell’ordine e dell’Ente Parco.
Sabato mattina, però, mi accorgo che c’è qualcosa che non va nella mail del Presidente della Pro Loco. Stranamente, la missiva inviatami dal Sig. Angelo Annibali di cancellazione dell’evento «Teleferica presso la Gravina di Castellaneta», conteneva in copia indirizzo corretto solo del sottoscritto e tutti gli altri indirizzi e-mail erano stati modificati con l’eliminazione di alcune lettere (ad esempio, all’indirizzo del sindaco di Castellaneta è stata rimossa una «t», a quella del CfS una «l», a quello del Wwf aggiunta una «w», etc.) e i soggetti interessati e le forze dell’ordine non hanno avuto modo di leggere della cancellazione dell’evento. Mi è apparso subito un improbabile, ma credevo involontario l’errore commesso dal Presidente della Pro Loco e speravo non fosse stato creato ad hoc per la volontà subdola di simulare una cancellazione che non sarebbe avvenuta, nel tentativo di raggirare il sottoscritto e coloro che stavano occupandosi della vicenda, col più vergognoso dei mezzi.
Ad ogni modo, ho provveduto io stesso a inoltrare la missiva della Pro Loco ai recapiti corretti di enti e amministrazioni dei quali sono stati modificati gli indirizzi e che non avevano appreso dell’annullamento dell’evento previsto per domenica e li ho invitati a verificare domenica direttamente sul posto che tale intento fosse mantenuto.
Nella stessa giornata di sabato sono stato ripetutamente impegnato in telefonate con il Corpo forestale della Provincia di Taranto e del Comando di Castellaneta, per informarli dell’accaduto e chiedere di accertare le responsabilità.
Proprio dal Comando del CfS di Castellaneta mi è stato mostrato interesse e sensibilità nei confronti della vicenda, e confermato che su ordine del Comando Provinciale gli organizzatori dell’evento fossero stati diffidati dal realizzare l’attività di attraversamento con teleferica, per la quale non erano stati autorizzati. Gli era stato concessa esclusivamente la discesa lungo la parete al di sotto del centro abitato di Castellaneta. Dagli agenti forestali il messaggio era chiaro: liberi di mantenere il programma invariato, ma a costo di essere sanzionati per le violazioni commesse. Consiglio: abbandonare l’idea di teleferica.
Tranquillizzato dall’intervento del CfS e dalla certezza del fatto che la consapevolezza di commettere una violazione e di non avere alcuna autorizzazione da parte dell’Ente Parco, avrebbe fatto desistere Pro Loco e Gasp! dall’esibizione della traversata, ho creduto che il buon senso e una nuova idea di valorizzazione e protezione della gravina fosse sorto in ognuno.
La preoccupazione principale che mi ha motivato a sollecitare le forze dell’ordine e le associazioni per impedire che simili spettacoli non vengano realizzati nei parchi naturali regionali, non riguarda la sola iniziativa prevista per questa domenica, ma il modello di fruizione che si sta cercando d’imporre a un sito che per sua vocazione e per i regimi di tutela che l’interessano, necessita della massima attenzione per non arrecare ulteriore disturbo all’ecosistema, già altamente compromesso in passato da scellerate azioni umane, ma naturalisticamente ancora eccezionale.
Le iniziative proposte per la gravina (traversata su teleferica, arrampicata su roccia in punti vulnerabili, etc.) violano alcune norme fondamentali che regolamentano le attività nelle aree protette e andrebbero certamente a impattare notevolmente l’area.
Gli stessi responsabili del Gasp!, avevano affermato nei giorni scorsi che «la cicogna nera è in ottima forma e svolazza ancora su e giù per la gravina. L’abbiamo vista in più occasioni durante i nostri sopralluoghi effettuati dall’alto», non tranquillizzando me e neanche chi si occupa della sua conservazione. Di quali sopralluoghi si parlava? Se è stata più volte avvistata dall’alto vuol dire che le attività del Gasp! presso la gravina sono avvenute in primavera o estate (e ci sono video e foto pubblicati sulle pagine Facebook dei vari gruppi che lo confermano), in un periodo in cui non dovrebbe esserci alcun disturbo.
La specie è così vulnerabile che già lo scorso anno la coppia in questione ha abbandonato il nido essendo stata disturbata e ha lasciato morire la nidiata. In molti sarebbero stati indotti a pensare, stando a simili affermazioni, che «le più occasioni d’avvistamento» abbiano spaventato le cicogne, che temendo la presenza di «grossi predatori in volo» durante i «sopralluoghi effettuati dall’alto» siano state indotte all’abbandono del nido. Questi sopralluoghi di cui parla il Gasp! non sarebbero mai dovuti avvenire e mi meraviglio che nessuno tra associazioni locali o forze dell’ordine abbia impedito di svolgere simili attività in un parco naturale regionale.
L’evento previsto per domenica avrebbe necessitato anche di nullaosta da parte dell’Ente Parco (il quale non figura neanche tra gli organizzatori e non riporta il suo logo nella locandina dell’evento), autorizzazioni e misure di sicurezza per garantire l’incolumità di chi avrebbe partecipato alla traversata e autorizzazioni da parte dell’ufficio parchi regionale.
Se si fosse proposto di realizzare la rete sentieristica della gravina (lungo la quale accompagnare un accesso controllato e limitato a un numero ristretto di persone alla volta, nei periodi e nelle zone in cui il disturbo per la fauna è minimo), di liberare il fondo dai rifiuti, di tutelare le grotte rupestri presenti, di vigilare sulla qualità delle acque immesse o di monitorare e arrestare l’abusivismo edilizio e lo smaltimento dei rifiuti, la mia approvazione sarebbe stata totale.
Ad ogni modo, ciò che è avvenuto ha dello scandaloso. Nonostante l’intervento e le diffide del CfS, l’assenza di autorizzazioni e la lettera di cancellazione dell’evento da parte del presidente della Pro Loco, Annibali, nella tarda serata di sabato sono state effettuate, dalla ringhiera di via Punta del Capillo a Castellaneta, le prove per la traversata su teleferica che si sarebbe tenuta domenica, nonostante tutto.
Le foto allegate pubblicata su Facebook dimostrano dell’avvenuta prova serale. Come possono gli organizzatori aver mentito così spudoratamente, infangando il nome di prestigiose istituzioni come i gruppi speleologici e le pro loco, e ignorare una diffida del CfS?
Foto postata su Facebook dei preparativi effettuati sabato sera per la sistemazione della teleferica
Ovviamente, realizzate le prove di preparazione, e impuniti, domenica mattina lo spettacolo è andato in scena. Verso le 12 le prime immagini dell’evento, a cui hanno assistito gli sparuti partecipanti, sono state postate su FB.
La traversata su teleferica è avvenuta, in barba a tutto e a tutti!
Le foto allegate postate su Facebook lo dimostrano.
Ora, ciò che più stupisce è la totale indifferenza degli organizzatori agli ammonimenti delle forze dell’ordine, delle associazioni che avevano denunciato l’attività prevista e il tentativo di raggirare coloro che si erano interessati a denunciare l’incompatibilità dell’evento con un Parco Naturale Regionale, fingendo di annullare l’iniziativa.
Ciò che non stupisce più, oramai, è la ridicola voglia d’esibizionismo che va oltre ogni legge, ogni ostacolo, ogni diffida e spinge un gruppo di fomentati «sensibilizzatori della natura» a compiere le più assurde imprese, come attivisti contraffatti della «verde pace».
Ciò che sconforta è la lentezza, la parziale se non totale indifferenza di enti e associazioni, pronte a intervenire stizzite quando si invita alla tutela e assenti quando la tutela viene violata. E questo è proprio il caso della Cicogna nera della Gravina di Castellaneta, la cui scoperta e annuncio qualche settimana fa aveva indispettito alcuni, definitisi interessati alla protezione della specie e scocciati dalla comunicazione pubblica del luogo di rinvenimento. Diffusione che avveniva da parte mia col solo scopo di segnalarne la presenza indicando una localizzazione geografica generica, che perlomeno potesse incrementarne la tutela.
Dove sono stati tutti questi difensori ed esperti di conservazione delle specie rare in questi giorni in cui le idee di un gruppo di amatori della natura rischiano seriamente di compromettere l’integrità dell’ecosistema e le specie che lo popolano?
Perché, come fatto con tanta puntualità e fastidio la scorsa volta, non hanno scritto due righe per mostrare la loro contrarietà (espressa solo a bassa voce, intramoenia e nulla più) a simili eventi circensi e ai futuri progetti proposti per «valorizzare» la gravina?
Ciò che resta, infine, è uno spettacolo triste che non ha nulla di protezione e tutela e tutto di esibizionismo e menefreghismo.
Peccato che gli acrobati si fregino del marchio Cai (perché non è intervenuto per dissociarsi dall’iniziativa?) e che a patrocinare le loro danze su corda siano il Comune e la Pro Loco di Castellaneta.
Peccato che le diffide fossero chiare e ora, pur avendo smontato il tendone, qualcuno dovrà pagare il biglietto, non d’ingresso, ma d’uscita da un luogo protetto.