L’Italia delle emergenze

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L'ultima esondazione del Fiora
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Una corretta gestione del territorio è una questione principalmente culturale, certamente supportata da tecnicismi e strumenti (Piani di Bacino, Contratti di Fiume, ecc.) cose che ad oggi sono già avviate ma a cui non viene dato adeguato spazio e voce

È arrivato nuovamente il maltempo e il territorio continua a franare. Sta succedendo in questi giorni in Liguria, in Toscana e succede con ripetizione matematica ad ogni inizio autunno. E in Italia si continua a rispondere alle emergenze, che non risparmiano vite umane, e non si definisce, al contrario, una politica di prevenzione che permetta di risanare il territorio.
Il maltempo colpisce un territorio fragile che non è più in grado di sostenere eventi meteorologici di questa portata. Un doppio elemento, il territorio fortemente denaturalizzato e un clima che va modificandosi di stagione in stagione con componenti che cominciano seriamente a scostarsi dal nostro usuale clima mediterraneo, che produce effetti disastrosi.
In Liguria, le abbondanti piogge hanno provocato frane, hanno fatto straripare torrenti e fiumi minori, hanno provocato allagamenti diffusi facendo registrare notevoli disagi alla popolazione che, in alcune località, è stata fatta evacuare preventivamente dalle proprie abitazioni.
Sugli eventi in Liguria si è espresso anche Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi, il quale ha affermato: «È diventato difficile vivere in un Paese dove, oltre all’atavica carenza infrastrutturale, gli inverni portano con sé una lunga scia di danni, devastazioni e troppo spesso anche morti. Ad ogni pioggia si spera che non succeda nulla, ma ogni volta purtroppo qualcosa succede, ora grave, ora meno grave. In casa, in treno o in automobile può succedere di essere investiti dall’onda di piena di un fiume o di essere travolti da una frana. Una situazione davvero insopportabile, vivessimo anche in un Paese del Terzo mondo».
In definitiva una situazione che deve necessariamente cambiare, bisogna modificare totalmente l’approccio al problema. Una corretta gestione del territorio è una questione principalmente culturale, certamente supportata da tecnicismi e strumenti (Piani di Bacino, Contratti di Fiume, ecc.) cose che ad oggi sono già avviate ma a cui non viene dato adeguato spazio e voce. Bisogna applicare le conoscenze in essere e sviluppare azioni preventive di tutela del territorio partendo da piccoli interventi di ripristino e recupero, ovviamente pianificati ed inseriti in un più ampio progetto complessivo di gestione del territorio che garantisca risultati tangibili in termini di difesa del suolo.
L’Italia deve passare dall’emergenza alla gestione ordinaria del territorio.
Questo è quanto ci si auspica ed è a questo che si deve dar seguito per garantire una vita sicura alla popolazione intera.